SCUOLA E DIVIETI. No alle sigarette anche all’aperto e non solo
Sigarette – elettroniche e non – vietate anche all’aperto nelle scuole italiane. Il decreto varato la scorsa settimana dal Consiglio dei ministri è diventato operativo con la pubblicazione sulla gazzetta Ufficiale e impone ulteriori limitazioni per studenti e docenti in materia di fumo. Ma l’inizio scolastico per molti studenti sarà affiancato da diverse limitazioni: si va dai cellulari alle minigonne, dai baci «ai comportamenti poco consoni ad un luogo così importante come la scuola». Un vero e proprio giro di vite che viaggia intorno ad un proibizionismo che negli ultimi anni ha conosciuto, a più riprese, una lunga serie di divieti a volte anche inconsueti. Il più diffuso è quello che riguarda l’utilizzo di cellulari, smartphone e tablet su tutti, un vero tabù nelle scuole, che in maniera autonoma possono decidere se vietarli completamente o meno. Poi c’è il divieto di fumo, che a scuola invece, indipendentemente se ad accendersi la sigaretta sia uno studente o un professore era in vigore già da prima del Decreto. Era infatti previsto dalla legge che vieta il fumo nei luoghi pubblici ma, a volte, i regolamenti d’istituto potevano essere più o meno tolleranti consentendo ad esempio il fumo all’aria aperta. Opzione non più percorribile con il nuovo Dl, che proibisce il fumo nei locali di pertinenza degli istituti, cioè cortili, balconi e marciapiedi davanti alle scuole. Vietato anche l’utilizzo delle sigarette elettroniche. Per i trasgressori fioccheranno le multe, anche salate: da 55 a 250 euro. Chi sarà a vigilare? Gli stessi prof. In diversi istituti saranno poi banditi baci, abbracci ed effusioni più o meno spinte. Croce nera anche su pantaloni a vita bassa, minigonne e sandali, jeans strappati, bermuda, piercing o canottiere troppo corte e magliette «nude look».
Valerio Esca