GOOGLE GLASS. L’avvento della realtà aumentata
Negli ultimi giorni, molti portali web dedicati novità hi-tech si stanno concentrando sul recente aggiornamento software dedicato ai Google Glass, che «elimina la necessità di abilitare il tethering dallo smartphone per la condivisione dei dati e l’accesso online». Secondo gli esperti «si tratta di una importante novità che va a migliorare di netto l’Explorer Edition degli occhiali, attualmente disponibile solo per gli sviluppatori». Ora, anche ammesso che evitare di «abilitare il tethering dallo smartphone» sia realmente una cosa importante, forse sarebbe il caso di spiegare ai non nativi digitali cosa sia il «tethering». Ok, lasciamo da parte le polemiche e concentriamoci sulla notizia. A quanto pare, presto saremo tutti dotati di piccoli occhialini capaci di proiettare direttamente sulla retina una grande quantità di informazioni, consentendoci di godere delle meraviglie della realtà aumentata. Secondo i rumors del web, i Google Glass ci daranno informazioni sulle nostre amicizie tramite i vari social network. E poi: previsioni meteo, eventuali informazioni su mezzi pubblici o traffico, indicazioni stradali grazie ai servizi Google maps, e tanto altro ancora. Per molti la realizzazione di un sogno; per altri un vero e proprio incubo. Comunque la si pensi, viene da sorridere ad immaginare l’arrivo di una tecnologia simile in una città come Napoli. Vi immaginate i miracolosi occhialini Google alle prese con i sensi di marcia all’ombra del Vesuvio? Magari tra motorini che sfrecciano sui marciapiede e pullman che saltano puntualmente le corse. Chi sa che non possano anche essere utili per scovare in anticipo i parcheggiatori abusivi. Altro che realtà aumentata. Scherzi a parte, se i Google Glass dovessero avere effettivamente successo, il significato di «connessione» cambierebbe radicalmente. Forse anche lo strapotere dei «melafinini» finirebbe con l’essere minacciato. Ah, per la cronaca, tethering non è altro che la possibilità di collegare un apparecchio tramite la connessione del cellulare. Come lo abbiamo scoperto? Con Google naturalemente.
Raffaele Nespoli