SESSO. Per i nativi digitali solo esperienze virtuali

Cyber-sex

Cosa può dirci una ricerca scientifica su di noi, sul nostro modo di vivere il sesso? A quanto pare, molto. E le novità non sono di quelle entusiasmanti. Stando alla fotografia scattata per l’Adnkronos Salute da Carlo Foresta, presidente della Fondazione Foresta onlus e professore di patologia clinica dell’Università degli studi di Padova «In dieci anni la sessualità dei diciottenni italiani è molto cambiata: sono raddoppiati quelli che riferiscono un disturbo sessuale, e insieme all’eiaculazione precoce sono aumentati scarso desiderio e difficoltà di erezione in presenza della partner. Un problema che svanisce quando il sesso diventa virtuale e multimediale». E non c’è da meravigliarsi, visto che ormai su Google la parola più cercata in assoluto è «sesso». Virtuale, gratuito e del tutto fuorviante. Quello che migliaia, anzi milioni di ragazzini, vedono su internet non è sesso, è pornografia scambiata per sesso. Il problema è che nella più assoluta mancanza di punti di riferimento sani, quello che resta è solo il porno in rete. Quelle esperienze assurde diventano per loro la normalità e un modello al quale ispirarsi. Naturalmente, i risultati sono disastrosi. Ormai il sesso non è più misterioso ed emozionante, non c’è più attesa e desiderio. Internet diventa l’unico partner soddisfacente, al punto che in compagnia dell’altra metà non si riesce più a provare piacere. Nascono così i primi problemi, che in breve si moltiplicano e creano ansia, e nuovi problemi. Un cane che si morde la coda per una generazione di “nativi digitali” che non sa più cosa significhi “fare l’amore”.

Raffaele Nespoli

Raffaele Nespoli
Chi non conosce la verità è uno sciocco. Ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente. (Bertolt Brecht)

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