ADDIO MAESTRO. Cinema in lutto per la morte di Francesco Rosi
Muore a Roma a 92 anni il regista napoletano Francesco Rosi. Altro grave lutto per la città, perdita incommensurabile per il cinema italiano e mondiale.
Come tutti, lo chiamavo ‘Maestro’ anch’io. Ma quando lo facevo non intendevo solo maestro di cinema. Francesco Rosi è stato per me un maestro di vita. Ho avuto la fortuna, giovane studentessa, di ascoltarlo per ore sulla sua terrazza romana di via Gregoriana mentre mi raccontava del suo lavoro e mi appassionava per sempre al suo cinema, quello dell’impegno civile, della denuncia, quello dell’inchiesta, verso il quale è rimasto coerente, fino alla fine.
Ricordo che non era facile intervistarlo. Era un tale fiume di ricordi e dettagli che era impossibile interromperlo.
La sfida, I magliari, Salvatore Giuliano, Le mani sulla città: i suoi lavori più interessanti per me, quelli che avevano avuto a che fare con la censura, ma non l’avevano subita, denunciando i primi segreti di Stato. E ancora Uomini contro sull’assurdità della guerra tratto dal romanzo di Emilio Lussu Un anno sull’altipiano e Il caso Mattei, sulla scottante morte del Presidente dell’Eni, Lucky Luciano, il successo di Cadaveri eccellenti, Cristo si è fermato a Eboli, Tre fratelli con Philippe Noiret, Michele Placido e Vittorio Mezzogiorno, Cronaca di una morte annunciata dall’omonimo testo di Marquez, Dimenticare Palermo e, del 1997, La tregua da Primo Levi, che, nonostante il David di Donatello come miglior regista, per complicate vicende produttive e distributive, sancirà anche il suo allontanamento dai set cinematografici.
Lo ricorderemo per sempre.
Lo ricorderanno per sempre migliaia di giovani che lo hanno conosciuto di persona alle proiezioni dei suoi film a cui, invitato, non si stancava mai di intervenire.
Lo ricorderò per sempre quando, apparentemente scontroso, accettava l’ ennessimo invito, l’ultimo del 2007, per poi commuoversi dinanzi a una sala gremita di 500 studenti di una periferia napoletana, attenti e silenziosi, rapiti dal suo cinema.
Martina Caldo