AL TEATRO GRANDE DI POMPEI. Il Volo canta per la TV americana
Li porterà di nuovo in Campania, a piazza del Plebiscito a Napoli il prossimo 4 luglio, la tournée che Il Volo racconta come “Una serie di eventi nei luoghi più suggestivi d’Italia”: fra giugno e settembre i vincitori dell’ultimo Sanremo saranno fra teatri, piazze-simbolo e monumenti storici.
Ed è proprio in uno dei siti archeologici più importanti del mondo, la città antica di Pompei, 66 ettari emersi e 33 che attendono ancora il loro scavo, che i tre tenorini de Il Volo hanno registrato, lo scorso 10 giugno, uno speciale per il distributore americano PBS, realizzato da DTTV.
“Siamo fieri di essere i primi e gli unici a esibirsi lì dopo i Pink Floyd”, hanno prontamente dichiarato Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble, facendo riferimento al celebre live in quattro giorni di riprese che il celebre gruppo rock realizzò nel 1971, con la registrazione delle versioni inedite di tre loro grandi successi, vale a dire parti di Echoes, One of These Days e A Saucerful of Secrets. La band britannica suonò al centro della cavea dell’Anfiteatro Romano, occupando il posto dei performer nell’antichità; l’evento si realizzo inoltre interamente senza pubblico, nella lunare cornice dell’Anfiteatro vuoto e ulteriormente dilatato dai suoni dei padri della psichedelica.
Il live televisivo del Il Volo ha invece occupato la cavea dello splendido Teatro Grande, in stile romano e ancora adatto ad accogliere più di 1400 persone (ma è nato per comprenderne 5000); l’acustica della struttura, antichissima perché edificata in epoca sannita e poi più volte restaurata, vanta ancora la perfezione degli antichi e fa a gara con la piccola cavea del Teatro Greco, che gli sta proprio accanto ed al quale è collegato dai servizi, nella più moderna delle concezioni. Accanto al blocco delle due cavee passava la via Stabiana, con negozi e ristoranti ad animare un vero quartiere dei teatri e dell’intrattenimento.
I tre de Il Volo hanno già una lunga storia con gli Stati Uniti, a conferma che che una certa idea di belcanto, tra lo stereotipo e la qualità, è comunque l’unico prodotto che riusciamo ancora ad asportare oltreoceano: già trasmessi dall’emittente americana NBC in occasione dell’ 80th annual Christmas at Rockefeller Center tree lighting, la cerimonia d’accensione dell’albero di Natale al Rockefeller Center di New York, i tre si sono esibiti pure alla Detroit Opera House nel 2011, lo stesso anno che hanno ritirato un Grammy come migliori artisti emergenti; e sono stati addirittura special guest nel tour di Barbra Streisand del 2012.
Per PBS-DTTV i tre hanno cantato, nel Teatro Grande, davanti a un pubblico di poco più di mille persone racimolate con gli inviti fino e all’ultimo momento; i bis tecnici, vale a dire quelli richiesti dalla regia americana per ottenere nuove e migliori riprese della stessa esecuzione (e, in questo senso, la performance è somigliata più volte a uno stop and go), hanno giovato, in termini di riscaldamento, alle giovani voci di Barone, Boschetto e Ginoble, soprattutto nel caso di arie monumentali come la mitica romanza “E lucevan le stelle”, dalla Tosca di Puccini. Ma sono stati eseguiti anche classici contemporanei come “Caruso” di Dalla, la canzone napoletana e naturalmente qualcuna delle hit dei tenorini pop, come quella “Grande Amore” la quale, dal vivo e dentro una cornice sonora tanto cristallina, conferma la sua banalità melodica e vocale.
Ma per chi c’era ed ha lavorato all’evento, resta soprattutto il senso di privilegio di aver contribuito ad animare ancora uno dei posti più significativi del mondo. La città di Pompeii, unico esempio di inurbato antico conservato interamente, dal tempo e dalla terribile eruzione del 79 d.C., domanda per sé idee altrettanto degne della sua unicità. Possibilmente, insomma, in linea più diretta con l’intuizione geniale e “mistica” di Adrian Maben, che decise di dirigere i Pink Floyd a Pompei dopo avere smarrito, durante una vacanza a Pompei con la fidanzata, il portafogli nell’Anfiteatro e, tornato indietro da solo, poco dopo orario di chiusura degli scavi, a riprenderlo, seppe mettersi in ascolto della magia del luogo.
Rosa Criscitiello