ALLARME AMIANTO. Più di 400 studenti restano a casa

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Più di 400 famiglie di un istituto comprensivo di Napoli si sono ritrovate da un giorno all’altro nel bel mezzo di un incubo: scuola chiusa e ragazzi a casa perché, si scopre, nelle aule potrebbe esserci un rischio amianto. Attenzione, “potrebbe” non significa che l’amianto potrebbe esserci. L’amianto c’è, quello che si deve capire è se in questi anni c’è stato un concreto rischio per la salute dei ragazzi oppure no. Intanto, altro dato di fatto, la scuola si è presa una bella “pausa”. Si scopre poi che la questione era nota dal 2 maggio 2000, da quando la Federico II aveva consegnato al dipartimento di Educazione e Cultura – Servizio Edilizia Scolastica e Impianti Sportivi del Comune di Napoli, un dossier contenente l’indicazione dei luoghi e delle percentuali di amianto presenti. Nella scuola in questione furono prelevati 17 campioni e in ben sette fu ritrovato amianto. «I campioni 2, 4, 5, 7 12, 13 e 14 – si legge nel documento – contengono amianto come crisolito, in concentrazione vicina al 20 per cento». Vai a leggere le corrispondenze dei campioni e ti accorgi che l’amianto è presente in quasi tutti i pavimenti della scuola: corridoi, aule, segreteria, presidenza e per finire in bellezza auditorium. Insomma, ogni giorno per 14 anni ci hanno camminato sopra. Cosa si è fatto? Evidentemente poco o nulla. Rischi per la salute degli studenti? Difficile dirlo. L’amianto, infatti, è un killer spietato ma non ammazza subito. Finché rimane integro nessun problema, diventa pericoloso se sbriciolato. Uccide dopo anni, anche trent’anni che si sono inalate le fibre. E vallo a capire se ti sei ammalato a scuola, a casa o in strada. L’unica cosa che ti trovi in mano è una diagnosi e una frase che ti si fissa in testa come un chiodo: «Ci dispiace, non c’è nulla da fare».

Raffaele Nespoli

Raffaele Nespoli
Chi non conosce la verità è uno sciocco. Ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente. (Bertolt Brecht)

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