Bosso incanta un SANREMO 2016 rainbow
Dopo le prime due serate di Sanremo, ed aver assistito alle performance di tutti e 20 i big in gara, proviamo a fare “il punto” di quanto visto ed ascoltato fino adesso. Al momento dopo un vero e proprio overload di Festival, dopofestival e persino Sotto Voce speciale Sanremo, (ebbene si anche Marzullo mi sono sparato), posso dire che il clou è senz’altro stato raggiunto nella seconda serata con “la musica è come la vita, si può fare solo insieme”, Ezio Bosso, uno dei compositori e musicisti più influenti della sua generazione, che ha commosso ed incantato tutti, riportando per un po’ la musica al centro del Festival. Nella prima serata abbiamo assistito, in sequenza veloce a: un Fragola senza alcuna personalità anche se truccato, mentre molto spedita verso il podio si incammina Noemi con una voce, un pezzo ed un esecuzione eccellenti, Dear Jack autocelebrativi e forzatamente onnipresenti, il duo dato tra i favoriti, Iurato-Caccamo con la classica canzone sanremese non sorprendono, bravi gli Stadio nonostante i problemi tecnici, Arisa con un look finto-trasandata, si è esibita alla grande e poi ha dato il meglio di se al dopofestival incalzata dalla Gialappa’s e da Savino. Enrico Ruggeri, veterano del Festival con uno dei pochi brani ritmati, anche fa un figurone. Il tramonto di Aldo, Giovanni e Giacomo, che non strappano più una risata dai tempi di mai dire goal e poi è la volta di BluVertigo e Morgan con un brano non convenzionale a Sanremo e qualche défaillance nella “potenza”, ma non nel controllo della voce di Morgan. A svegliare il festival ci ha poi pensato Rocco Hunt con la sua ritmatissima Wake Up, poi si ritorna con una classicissima canzone da Festival con Irene Fornaciari. I super ospiti: Pausini, che personalmente non mi ha mai entusiasmato, men che meno al Festival, si regala anche un momento di amarcord con la complicità di Conti. Arriva Sir. Elton John e finalmente si fa sul serio, anche se c’è l’impressione di una strumentalizzazione a favore del disegno di legge sulle unioni civili appena approvate; peccato per la domanda finale di Conti che chiede alla superstar britannica “Ti piacciono i fiori?”, ad uno che spende 56mila euro al mese in fiori. La seconda serata sfila via con Dolcenera che fa bene, ma il pezzo sembra avere una chiara “ispirazione”, poi arriva Clemente Maccaro da Nola ed il rap del Sud risuona nell’Ariston. È la volta di una vera e propria icona di Sanremo, Patty Pravo con look, brano e cera da paura. Valerio Scanu, che partecipa con un bel brano di Fabrizio Moro, ma non convince, nonostante la tecnica, lascia il passo al superospite, Eros, che ritorna al Festival a 30 anni dalla sua vittoria e dal lancio di una strepitosa carriera, regalando alla platea: “Terra promessa”, “Una storia importante”, “Adesso tu”, “Più bella cosa” ed il nuovo singolo “Rosa nata ieri”. Riprende la gara e Francesca Michelin in grembiule, esegue molto bene la sua “Nessun grado di separazione”, e nonostante il calzino con il sandalo, funziona. L’inutile quanto illogica partecipazione di dello chef Cannavacciuolo, poi un insensato collegamento con l’Antartide, giusto per mostrare i muscoli, ci ricorda la potenza mediatica dell’evento. Arriva Bosso e come si dice a Napoli “ si fermano gli orologi”… il momento più emozionante di queste prime due serate, che precede come per beffa, la performance niente poco di meno che di Alessio Bernabei. Arriva Nicole Kidman e il bravo Conti fa gli onori di casa, e intervista. Poi finalmente Elio e le Storie Tese con 10 brani in uno, “Vincere l’odio”, di difficilissima esecuzione, e con un vero messaggio. L’ospite Ellie Goulding, che canta “Love me like you do” e “Army” (con band di 5 elementi) anticipa la performance di Neffa, poi è la volta di Annalisa in versione Jessica Rabbit. Zero Assoluto, un pezzo il loro che sentiremo in radio per tanti mesi, radiofonico come nel loro stile. Nino Frassica è il vero mattatore della seconda serata, improvvisa battute geniali, esordendo con “Sono venuto al Festival di Sanremo per conoscere Gabriel Garko”, con cui si sottopone ad un’intervista doppia, e lo manda al tappeto con “conoscevo sua madre Greta Garko” e costringe Conti a lanciare la spugna alla doppia domanda “Cosa pensi di Nino quando recita ?”- “Mi fa ridere” – risponde Garko“, “e tu Nino? Cosa pensi di Gabriel quando recita?” – Anche a me mi fa ridere”- risponde sornione Frassica scatenando l’ilarità del pubblico. Due episodi simpatici pure ci sono stati: le citazioni di Clementino e di Noemi alla fine dell’esecuzione dei loro rispettivi brani, una scommessa che i due artisti hanno fatto precedentemente con i The Jakal; citazioni in napoletano, riferimenti alla nota serie tv Gomorra. Un altro aspetto curioso e simpatico è stata la comparsa dei nastri arcobaleno che alcuni artisti hanno portato con loro sul palco dell’Ariston, simbolo del movimento per i diritti LGBT e che Conti e molti altri fingevano di non notare. Persino il Maestro Vessicchio dirigeva l’orchestra con tanto di papillon rainbow, per la gioia di Adinolfi. Un Conti impeccabile nel dare il ritmo, e condurre queste prime due serate, brava anche Virginia Raffaele nel faticoso ruolo di trasformista (Carla Fracci, Ferrilli), la bellissima Madalina se l’è cavata alla grande e sinceramente tra i due , il rumeno sembrava Garko(“ho sceso le scale”). Dalla prima puntata ha esortato a commentare con l’hashtag ufficiale di #sanremo2016 non solo le canzoni in gara , ma anche la conduzione, proclamando di fatto il suo stesso suicidio web, che per 42.000 euro, incasserà serenamente e continuando a rispondere impunitamente alla domanda – che lavoro fai ? – “L’attore!”.