CREOLINA SUI BANCHI. La nuova frontiera delle bravate
Solo qualche giorno fa il Mattino di Napoli dava notizia di alcuni raid notturni in una scuola per «spargere creolina tra i banchi». Risultato? Il quotidiano parlava di «studenti svenuti e caos». E questa l’intelligenza media dei ragazzi italiani? No, non possiamo crederci. Resta però il fatto che “birichinate” del genere sono sempre più frequenti nelle scuole italiane. Significherà pur qualcosa, no? Come si fa a pensare di spargere la creolina sui banchi di scuola? Chi sono questi piccoli delinquenti in erba, i figli del dottor Male? E se sono abituati a queste bravate non osiamo immaginare cosa siano pronti a fare quando non si tratta di uno scherzo… Gente così farebbe impallidire anche il più astuto Pierino, altro che Alvaro Vitali. Tanto per essere chiari, basta inserire la parola “creolina” in un motore di ricerca per trovare associati termini come “tossico”, “altamente tossico”, “pericoloso”, “irritante”, “nocivo”. Anche un imbecille capirebbe che non è il caso di usare un prodotto del genere per una bravata. E allora diciamocelo, siamo veramente alla frutta. Sì, perché menti del genere sono le stesse che decidono di firmare con una bomboletta spray importanti monumenti. Questi sarebbero veramente capaci di fare i baffi alla Monnalisa, perché “fa pariare”. Ma la colpa non può e non deve essere scaricata solo sui ragazzi, se “ragionano” così, infondo, è perché sono bombardati di assurdità dalla tv, e non hanno modelli di riferimento ai quali ispirarsi. Forse se si dedicasse un po’ meno tempo alla ricerca dell’X-Factor, se si scegliessero gli Amici giusti e se ad occuparsi dei ragazzi ci fossero i genitori, anziché un Grande Fratello, beh, forse non dovremmo scrivere e leggere di assurdità del genere.
Raffaele Nespoli