CYBER-BULLISMO. Impazza il “Sexting”, ultima frontiera della degenerazione giovanile
Una delle ultime frontiere del cyber-bullismo è il “sexting”: l’auto-fotografarsi con il telefono in pose provocanti e compromettenti da inviare poi via sms, mms o email. In Italia, un ragazzo su quattro tra i 12 e i 18 anni afferma di essere stato oggetto di “sexting”, ovvero di aver ricevuto materiale a sfondo sessuale. Un fenomeno in aumento se si considera la percentuale degli scambi di materiale a sfondo sessuale nell’ultimo anno – secondo i dati di Giovanni Ziccardi, esperto di Informatica Giuridica della Statale di Milano – è più che raddoppiata tra gli adolescenti italiani. L’occasione per parlare di “sexting”, ma non solo, è stata la presentazione di “Safebook”, il progetto di educazione e prevenzione dal cyber-bullismo e dai rischi del web, promosso da Durex e patrocinato dal Comune di Milano, che coinvolge oltre cento scuole medie e superiori della città. Più di 200 ragazzi si sono confrontati per affrontare anche i temi di educazione di genere e sessismo e del ruolo che la scuola può svolgere per prevenire i rischi legati a Internet. Nel corso dell’incontro, il professor Ziccardi ha spiegato che le ragioni che spingono gli adolescenti all’invio di materiale pornografico sono per lo più la burla o lo scherzo (11,1%) e il desiderio di emulazione dei propri amici (8,6%) e di provocare imbarazzo (4,6%). Il “sexting” è percepito dai ragazzi come gesto per lo più goliardico, visto che «quasi il 50% degli adolescenti confessa di non considerare il “sexting” una pratica rischiosa».
Valerio Esca