DIALOGHI SULLE MAFIE. A Napoli la seconda edizione della kermesse che riflette sulla criminalità, tra scienza, approfondimenti e i linguaggi dell’arte
«Un vero piano Marshall per il Mezzogiorno dovrebbe riguardare istruzione e ricerca». E’ citando Aldo Masullo che Nino Daniele, a capo dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli, ha sintetizzato, ieri mattina alla conferenza stampa di presentazione nella Sala della Principessa dell’Università Suor Orsola Benincasa, l’ispirazione filosofica dei Dialoghi sulle Mafie, organizzati, per la seconda edizione, dal Centro di Ricerca RES Incorrupta dell’UNISOB e dall’Assessorato guidato da Daniele e in scena, è il caso di dirlo, da oggi a venerdì, presso il Complesso di San Domenico Maggiore di Napoli.
La conoscenza scientifica della fenomenologia mafiosa e la sua divulgazione sono infatti gli elementi costitutivi della mission dei Dialoghi, a cura dell’Ateneo di Corso Vittorio Emanuele a Napoli, che vanta il primo insegnamento italiano specificamente dedicato alla legislazione antimafia, affidato al presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone. Napoli mostra dunque, e per il secondo anno consecutivo dopo la prima edizione, ospitata in seno al Forum Universale delle Culture, il suo inedito volto di capitale degli studi sulle mafie, come la definisce Isaia Sales, coordinatore scientifico dell’iniziativa, docente di Storia delle Mafie al Suor Orsola e autore, tra gli altri, di Storia dell’Italia mafiosa, il saggio del 2015, per i tipi di Rubettino Editore, che rovescia l’interpretazione dominante del fenomeno mafioso come frutto esclusivo del Mezzogiorno del Paese.
Mafie italiane e Mondo è infatti il tema di questa seconda edizione dei Dialoghi che, come spiega lo stesso Sales, coltivano «l’ambizione di guardare alle mafie italiane dentro il più ampio orizzonte dei poteri che trascendono i confini regionali e nazionali per farsi globali. La labilità dei confini tra economia legale e scambi criminali, il saldarsi degli interessi mafiosi con i crimini dei colletti bianchi, la creazione di network e di joint venture tra terrorismo e mafie, i grandi Paesi ostaggio del narcotraffico e della corruzione degli apparati statali richiedono ormai nuove risposte globali per sconfiggere le mafie».
Si risolverà dunque anche in un importante confronto comparativo, l’esperienza dei Dialoghi di quest’anno, che porterà a Napoli autorevoli studiosi internazionali della fenomenologia mafiosa, dalla giornalista messicana Daniela Rea Gomez a Louise Shelley, direttore del Terrorism, Transnational Crime and Corruption Center della George Mason University in Virginia, dalla regista francese Anne Veron allo storico del diritto Jacques de Saint Victor col quale si rifletterà, sabato 19 marzo, pure sulla commistione tra l’illegalità strutturale e il paradigma economico vigente, dominato da quella globalizzazione finanziaria le cui regole sfuggono a tal punto al controllo degli Stati, nel senso dell’illecito e della speculazione, da essere capaci di generare fenomeni come la epocale crisi americana dei mutui subprime del 2006.
Agli studiosi internazionali bisogna infine aggiungere la testimonianza dei più autorevoli magistrati italiani impegnati da anni nell’azione di contrasto alle mafie, da Raffaele Cantone a Nicola Gratteri, da Franco Roberti a Federico Cafiero De Raho.
«La lettura di Dickens o di Hugo – aggiunge Sales a proposito della riflessione internazionale sulle criminalità – ci restituisce i ritratti di due metropoli europee, Londra e Parigi, nell’ambito delle quali, nel corso del IX secolo, avevano luogo fenomeni illeciti ben più strutturati di quanto non fosse il nostro nella stessa epoca. E allora perché quelle città, e quei paesi, sono riusciti a liberarsene molto meglio di noi? La risposta è: perché le nazioni se ne sono fatte carico».
L’arte dunque, e la letteratura, come ennesimo, irrinunciabile strumento di indagine delle criminalità capace di restituire un dato antropologico, ma non per questo ineluttabile: «Cominceremo proprio con gli scrittori (mercoledì 16 marzo alle 16.30, ndr): Maurizio De Giovanni e la sua saga dell’ispettore Ricciardi, che si muove nel contesto napoletano ma non si imbatte nella camorra, e Diego De Silva, che col suo Certi bambini si è fatto precursore nell’indagine del fenomeno delle baby gang».
«Quando parliamo di mafie, l’elemento culturale è assolutamente decisivo – rincara la dose il rettore del Suor Orsola, Lucio d’Alessandro – fondamentale dunque la forma del dialogo, che permette di declinare l’assortimento dei linguaggi, da quello puramente accademico a quello delle arti, dalla letteratura all’audiovisivo. Il prossimo 21 marzo si terranno in ogni sede delle università italiane, statali e non statali, incontri e dibattiti pubblici per riaffermare il ruolo strategico della ricerca e dell’alta formazione per il futuro del Paese. L’iniziativa è ad opera della CRUI, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, della quale faccio parte. L’abbiamo chiamata Per una nuova primavera delle Università, nel segno della centralità dei giovani, della loro formazione e del loro sviluppo culturale, nello scenario del futuro del Paese. In questo senso, il temi della conoscenza e della didassi come antidoti concreti ai mali del Paese si vivificano ulteriormente grazie ad appuntamenti come i Dialoghi sulle mafie, per i quali ci incontriamo in un luogo simbolo della sapienza cittadina, quel Convento di San Domenico Maggiore dove insegnò Tommaso D’Aquino e fu novizio e allievo Giordano Bruno».
Otto sessioni di discussione, oltre trenta relatori ed un reading per ogni incontro. Questa la struttura dei Dialoghi sulle Mafie, a partire da quello inaugurale, la cui apertura sarà affidata al Sindaco di Napoli, Luigi de Magistris ed al Rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli Lucio d’Alessandro. Poi il primo dialogo dedicato al tema Come gli scrittori vedono le mafie con il filosofo Gennaro Carillo a coordinare il confronto tra gli scrittori Maurizio De Giovanni e Diego De Silva.
ìDa mercoledì a venerdì due incontri pomeridiani al giorno (alle 16.30 e alle 18) e poi la chiusura sabato mattina a partire dalle 9.30 con l’intervento del Ministro della Giustizia, Andrea Orlando che nella sessione conclusiva (ore 11) dialogherà con il presidente dell’ANAC, Raffaele Cantone e con il Procuratore Capo di Roma, Giuseppe Pignatone sul tema quanto mai attuale di Mafie e colletti bianchi.
I cambiamenti della camorra napoletana, le mafie al femminile, la fenomenologia mafiosa in Messico, le pene per i minori, il rapporto tra mafie e terrorismo islamico e il proibizionismo sulle droghe saranno i temi delle altre sessioni di discussione.
Programma completo su www.unisob.na.it/eventi