DOMINIC GAGNON. A Napoli per AstraDoc
La rassegna AstraDoc 2016 – Viaggio nel cinema del reale, organizzata da Arci Movie, Parallelo 41 Produzioni, Coinor e Università degli Studi di Napoli Federico II, con il patrocinio del Comune di Napoli, stasera alle 21 al cinema Astra, in via Mezzocannone 109, ospita in anteprima nazionale il film, Of the North di Dominic Gagnon, vincitore del Premio Lungometraggio più Innovativo alla 46° edizione del festival internazionale del documentario Visions duRéel di Nyon, festival che quest’anno ha dedicato al regista una retrospettiva di tutti i suoi lavori. Il regista Dominic Gagnon, appena di ritorno dal festival internazionale del documentario Vision du reel di Nyon, sarà in sala per incontrare il pubblico.
Of the North. Ci sono pochi posti al mondo in cui l’industrializzazione, la globalizzazione e i cambiamenti climatici hanno avuto effetti così radicali come al Polo Nord. Novant’anni dopo il ritratto degli eschimesi realizzato da Robert Flaherty in Nanuk l’eschimese (1922), il regista canadese DominicGagnon mostra come sia cambiata la realtà del nord del mondo e, anziché recarsi direttamente sui luoghi, ricorre a un mash-up di immagini tratte da internet e mette insieme quasi 500 ore di film caricato su YouTube da centinaia di dilettanti registi Inuit, in una forma coerente che include scene di caccia, baldoria, piattaforme petrolifere, jam session, esibizionismo, gare in motoslitta… senza dimenticare gli orsi polari. Così, in Of the north, troviamo i discendenti di Nanuk, abitanti degli spazi artici, che stanno filmando se stessi. Una forma di cultura trash e sfrenata si rivela in questo film, attraverso il linguaggio Inuit – una sorta di musica concreta che irriga la partitura sonora – che smonta i luoghi comuni esistenti su questo popolo, troppo spesso confinato ai limiti del mondo contemporaneo.
“Faccio film su persone che filmano. La camera è diventata parte della vita quotidiana, io non devo infastidirli, devo proporre loro un progetto di film. La vera immersione inizia con il montaggio. Le immagini sono numerose, personali e arrivano da molteplici punti di vista. In qualche modo, sento che sto davvero tornando dall’Artico. Sono un antropologo “pantofolaio” senza ironia”. Dominic Gagnon