DUO BUCOLICO A SPAZIO NEA CON “FURIA LUDICA”. Il duo folk-cabaret a Napoli per presentare il nuovo album nello spazio d’arte nel cuore del Centro Storico
Duo Bucolico, la scoppiettante formazione folk-cabaret nata in una sagra di paese nel 2005 dall’incontro dei due cantautori romagnoli Antonio Ramberti e Daniele Maggioli, presenta a Napoli il nuovo lavoro intitolato “Furia Ludica”. Il Duo torna, dopo la rutilante performance dello scorso anno, a Spazio Nea, il luogo d’arte e condivisione nel cuore del Centro Storico di Napoli, col bar e i tavolini suggestivamente posizionati ai piedi dello scalone della BRAU, la grande biblioteca delle materie umanistiche dell’Università di Napoli. L’album, che vede la collaborazione speciale di Vincenzo Vasi e Nobraino, è il numero cinque nel percorso del Duo dal debutto con “Cantautorato Illogico” del 2008, e segna una svolta discografica, dove la vocazione performativa, il linguaggio comico e l’improvvisazione lasciano spazio più ampio alla ricerca di un sound maturo, mix di cantautorato, esperimenti elettronici e, appunto, la peculiare formula folk-cabaret. Il primato della parola satirica e straniante, che prende a piene mani dagli autori dell’assurdo novecentesco, da Karl Valentin a Ettore Petrolini, passando per Campanile, Vittorini, Flaiano, senza dimenticare la lingua paradossale di Gadda, e cede dunque il passo quanto basta, nell’ambito di “Furia Ludica”, ad un’aspirazione alla parità del linguaggio musicale, che si arricchisce di arrangiamenti preziosi, sperimentazioni elettroniche, contaminazioni di generi mai osati prima.
Nell’attesa della performance di domani (ore 21) a Spazio Nea, abbiamo fatto due chiacchiere, naturalmente quantomeno “ludiche”, con Antonio Ramberti.
Antonio, Duo Bucolico torna a Napoli: che ricordi hai della performance del 2013 a Spazio Nea? Che rapporto avete con la città? C’è secondo voi qualcosa di napoletano nella vostra cifra?
Spazio Nea è un luogo meraviglioso che sprizza arte da tutti i pori. Inoltre, Spazio Nea è il posto che ci ha permesso di suonare a Napoli per la prima volta: la galleria è su strada, nell’incantevole via Costantinopoli e ad angolo con la vivacissima piazza Bellini, e così i passanti, attratti dal nostro show interattivo, continuavano ad entrare finche la sala delle esposizioni non si è riempita del tutto. Napoli è la patria della canzone, proprio nell’accezione tecnica del termine: qui l’aria d’opera è diventata “canzone” in senso moderno, e dunque, in Italia, chiunque si voglia avvicinare alla dimensione della canzone, e dirsi cantautore, immancabilmente si avvicina a Napoli. Un tempo avevo un bar dove ospitavo spettacoli, e ci è capitato di dare lo spettacolo su Salvatore di Giacomo di una compagnia napoletana: là ho capito che non solo la canzone, ma anche il cabaret, elaborazione della “rivista”, lo dobbiamo in qualche modo a Napoli.
“Furia Ludica” esce con Cinedelic Records, etichetta di tante colonne sonore firmate da Morricone, Trovajoli, Umiliani, Ferrio: esiste una traccia filmica nella vostra musica? Inoltre, avete già parlato del primato dell’esperienza live su quella di studio: cosa dunque rappresenta per voi la dimensione del live?
In realtà anche i precedenti album sono stati ristampati con la Cinedelic di Cattolica, coi loro manager ci siamo incontrati per caso ad un nostro live e lì è nato il loro interesse nei nostri confronti. Però chi lo sa, magari dopo la tua domanda qualcuno s’incuriosisce e sceglie la musica del Duo Bucolico per un film! E si, i dischi del Duo Bucolico, sono dischi “da furgone”, il van dei tour, una seconda casa sulla quale forse dovrei pagare l’Imu! In realtà il nostro progetto musicale è nato e cresciuto in strada, noi restiamo artisti di strada nel senso più ampio del termine. Durante le “trasferte bucoliche” Daniele ed io sperimentiamo una doppia dimensione, quella del viaggio reale e quella del viaggio dell’immaginazione; e le due dimensioni si sovrappongono ed intrecciano a piacere…per l’appunto nel furgone. I nostri live, e la nostra musica, sono “delirio ludico in viaggio”.
Cosa puoi raccontarci delle collaborazioni di Vincenzo Vasi (partner musicale stabile di Vinicio Capossela che per il Duo Bucolico alterna theremin, vibrafono e cori in 5 brani) e i conterranei romagnoli Nobraino?
I Nobraino li conosciamo personalmente, abbiamo aperto i loro concerti, ed è un bel biglietto da visita per noi potere finalmente spendere la loro cifra musicale in un nostro lavoro. Vincenzo Vasi è pure riminese come noi, un musicista geniale: in “Mangialamusica”, prima traccia dell’album, suonano tutti insieme, mentre Vincenzo ha messo soprattutto il suo xilofono e il suo theremin fatato in ben 5 tracce, come anticipavi tu. In “Mangialamusica”, ad ogni modo, c’è di tutto. C’è Morricone, la drum’n'bass, Gino Paoli e il finale di Via col Vento. Nasce come una sorta di vaudeville circense, poi diventa uno swing da rave party, poi si trasforma in una canzone di pop retro-futurista, un’operetta con la febbre. Poi arrivano i nostri ospiti a dare quel tocco di necessaria follia in più. E’ una canzone contro la Canzone. E’ anche un’allegoria del “vivere di musica”: nel bene e (soprattutto) nel male. E’ tutto questo e anche niente di questo.
“La famiglia Perinelli” è un brano sulla “pentagrammatica del linguaggio”. “I Perinelli” – scrivete – “litigano, si amano, ragionano e si nutrono esclusivamente di musica. Afflitti da musicomania, abitano tutti insieme in un castello rinascimentale a Savignano sul Rubicone”. In questo nuovo lavoro il rapporto tra parola e musica appare rovesciato rispetto alle produzioni precedenti. Come funziona la macchina creativa di Duo Bucolico?
Noi nasciamo sulle ceneri del cantautorato: qui a Rimini c’è stata una scena importante, tra la fine degli anni Novanta e gli inizi del Duemila, della quale Daniele e io facevamo già parte, io più “contiano” (nel senso di Paolo Conte), Daniele più deandreiano. Ma il Duo Bucolico è nato nel momento in cui abbiamo capito che, piuttosto che diventare gli ennesimi epigoni dei grandi, avremmo dovuto dissacrare la lezione dei cantautori per restituirla al presente e alla loro originaria verità L’abbiamo fatto in particolare con una canzone “Mostri Sacri”, contenuta nel precedente disco, “La Beba” (2012), intorno alla quale sono nate anche molte polemiche, per via della nostra ironia un po’ folle.
Con la decima traccia dell’album, “Artigiani”, tentate un esperimento di rap bucolico; il tema è la lotta di classe e la solidarietà agli artigiani, ovviamente declinata in assurdo, con Geppetto, icona dell’artigiano italiano, che finisce alle Barbados con la fatina. Pensate che il nuovo rap sia in grado di raccontare oggi questa lotta di classe (penso a Rocco Hunt che trionfa a Sanremo, ad esempio)?
Essendo cantautori, restiamo tutto sommato malati di significato e dell’aspirazione a dare sempre un valore complesso a quello che diciamo; dunque, nel solco dell’ironia, “Artigiani” è soprattutto una sana canzonatura del rap e del suo spirito. La canzone era nata come “Animali”, poi un giorno che andavo a prendere Daniele mi sono soffermato a guardare le botteghe in strada e ho pensato ad un tributo al mondo del lavoro. “Animali” è così diventata “Artigiani”, con l’agilità che la nostra parola assurda ci consente. E si, la canzone è uno scherzo sul rap, della cui scena presente, devo confessarti, sono piuttosto poco informato. I miei riferimenti sono ancora gli anni novanta di Almamegretta e 99 Posse, dei quali non vedo l’ora di ascoltare il nuovo album.
Antonio, siamo alle battute finali: ci riveli un’indiscrezione sul live di domenica 18 a Spazio Nea?
Faccio un invito al pubblico di Napoli: domenica Ermete Trismegisto chiede al suo pubblico un gesto autenticamente ludico, infantile, che ricorda il baratto…aspettiamo i vostri nani in regalo! Che siano da giardino, da balcone, da borsetta o da taschino, ci auguriamo di lasciare Napoli col furgone pieno di nanetti napoletani, musicali e sognanti come quello de “Il favoloso mondo di Amélie”.
Come restare indifferenti ad un appello tanto bucolico? Ci vediamo domenica a Spazio Nea…coi nani, naturalmente!
Furia ludica Tour | Domenica 18 maggio | ore 21.00 | Ingresso libero
Spazio Nea – via Costantinopoli, 53 – Napoli | tel. 081 45 13 58
Rosa Criscitiello