EAGLES OF DEATH METAL E LA STRAGE DEL BATACLAN. Jesse Hughes sostiene il diritto alle armi e si scaglia contro la Francia
Hanno dell’incredibile le dichiarazioni che Jesse Hughes, membro della band americana Eagles of Death Metal, ha rilasciato l’altro ieri al canale televisivo francese iTele, nell’ambito della sua prima intervista nella terra del Bataclan che, lo ricordiamo, è la sala per concerti parigina dove lo scorso 13 novembre 2015, proprio durante uno show della band di Jesse Hughes con Josh Homme, tre uomini armati presero a sparare sulla folla e a lanciare granate. L’attacco, poi rivendicato dai terroristi dello Stato Islamico, causò la morte di 90 persone, incluso il responsabile del merchandising della band Nick Alexander e la ricercatrice italiana Valeria Solesis, che era tra gli spettatori Nella sua intervista alla giornalista francese Laurence Ferrari, Hughes, che è un noto sostenitore dei diritti dei portatori di armi e membro della America’s National Rifle Association, appare visibilmente scosso e sostiene che il controllo francese sul porto d’armi non è comunque riuscito a fermare la strage: «Le vostre leggi sul controllo delle armi sono forse riuscite a impedire la morte di una singola fottuta persona tra quelle? Mi piacerebbe sapere se c’è qualcuno che può rispondere si, perché io invece non penso proprio che sia così. Io penso che gli unici che hanno potuto fare qualcosa sono quel manipolo di uomini (Hughes si riferisce all’irruzione delle forze speciali, ndr) tra i più coraggiosi che abbia mai incontrato nella mia vita, che si sono incaricati di entrare, rischiando in prima linea e armi in pugno».
Jesse Hughes che, come scrive il quotidiano britannico The Guardian, è un supporter del candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti Donald Trump, ha poi aggiunto: «Io non vado più da nessuna parte in America senza un’arma. È uno schifo, lo so, io non sono paranoico e non sono un cowboy…voglio solo essere preparato». Gli Eagles of Death Metal hanno suonato all’Olympia di Parigi martedì, coi militari e i corpi speciali della polizia a garantire la sicurezza e con gli psicologi a supportare gli spettatori che erano al Bataclan, ai quali è stato offerto l’ingresso omaggio. A proposito della sua notte al Bataclan, che è ancora chiuso dopo la strage, Hughes ha detto: «è quando sono sveglio che l’incubo di quella notte mi torna davanti agli occhi […]», aggiungendo che, per la band di Palm Desert, è una “responsabilità sacra” quella di terminare quel concerto. «So che in moltissimi saranno in disaccordo con me – ha poi proseguito il rocker il quale, citando una massima nientemeno che di Sam Colt, l’inventore del revolver, ha inoltre affermato – ma la verità è che Dio ha fatto donne e uomini, e quella notte (del Bataclan, ndr) le armi hanno resi tutti uguali. Dunque se il mio pensiero è cambiato in un senso dopo quella notte, il senso è questo: se nessuno ha un’arma e allora forse è il caso che tutti invece ce l’abbiamo, perché io là ho visto gente che si poteva salvare e adesso voglio solo che le persone abbiano la migliore chance possibile di restare in vita». Gli Eagles of Death Metal hanno ripreso il loro tour mondiale, e suoneranno a Melbourne, Byron Bay, Sydney e Fremantle in marzo, prima di raggiungere nuovamente l’Europa dal Canada.