ETOLOGIA. La sfida è di codificare finalmente il linguaggio fra cani.
Comprendere ed essere compresi dal proprio cane è una realtà indiscussa, può confermarlo qualsiasi padrone di animali; ma fra di loro, i cani, che lingua parlano? Cercare di capire l’approccio fra simili a quattro zampe è una necessità sociale, i proprietari di cani che si incrociano per strada o che si incontrano al parco, hanno il dovere di capire cosa comunicano fra loro i quattro zampe, questo per evitare spiacevoli risse e per rispettare il benessere del proprio beniamino e quello di chi li circonda, visto che non si può pretendere da tutti la tolleranza per gli animali molesti.
Per capire cosa i cani comunicano con i propri simili basta solo osservare la loro postura e saperla interpretare: comunicazione visiva, quindi si guarda la postura del corpo se protesa in avanti o se rilassata, i movimenti delle orecchie se dritte o all’indietro, della coda se alta, bassa o scodinzolante, la postura della bocca se chiusa o digrignante. Comunicazione tattile, quindi il cane appoggia il muso o la zampa sulla schiena dell’altro come segnale di imposizione di dominanza, ma anche la monta, che non è per forza a scopo sessuale ma anche per stabilire la gerarchia; tra la comunicazione tattile c’è anche quella di leccare il muso dell’altro come approccio calmante e di invito al gioco.
Per ultimo c’è la comunicazione uditiva, quindi i vocalizzi e la voce, più il suono dell’abbaio è basso e cupo, più il cane è minaccioso, più il suono è acuto e stridulo, più il cane è insicuro e impaurito. Questi i principali segnali che l’uomo può interpretare, ma la traduzione del loro linguaggio resta ancora un incognita, chi più si sta avvicinando a codificarlo è Con Slobodchikoff, professore emerito di scienze biologiche alla Northern Arizona University, che per trent’anni ha dedicato la sua vita al linguaggio animale tanto da fondare (nel 1993) la ”Animal Communications”, una società di cui è presidente e amministratore delegato che si occupa solo di questo. Slobodchikoff, insieme ad un collega che insegna “computer science”, utilizza tecniche di intelligenza artificiale per creare un archivio di tutte le ”chiamate” che fanno fra loro branchi di cani della prateria (che è un roditore canadese) , tali chiamate vengono poi elaborate dal computer per poi essere tradotte in lingua inglese. La sfida che il professor Slobodchikoff si propone è di creare degli apparecchi sempre più perfezionati che permettano di arrivare a conoscere anche il linguaggio degli animali domestici e poter “parlare” veramente con i nostri cani.
Irene Saggiomo