GIANNI BERENGO GARDIN. E le storie italiane approdano a Genova

Uno spaccato completo della società italiana, che cambia ma che resta sempre uguale, è in mostra a Genova, con  “Gianni BerengoGardin. Storie di un fotografo”. L’esposizione approda al Palazzo Ducale in una versione rinnovata e arricchita con un intero capitolo dedicato alla città ligure, con fotografie che coprono un ampio periodo che va dal 1969 al 2002, in buona parte completamente inedite.

Con occhio vigile, attento a cogliere le svolte della storia, così come i passaggi minimi, più discreti del reale, Gianni BerengoGardin ha narrato, e tuttora racconta (basti pensare al suo lavoro su L’Aquila, prima e dopo la devastazione inflitta dal terremoto) avvenimenti che hanno segnato in profondità la storia del nostro paese, dagli anni del boom ai tempi moderni, sia nei suoi risvolti felici, sia nelle sue pieghe drammatiche.

La rassegna antologica, a cura di Denis Curti, conta circa 200 fotografie che ripercorrono la carriera di un grande maestro italiano, che ha saputo restituire e rinnovare il linguaggio visivo del nostro paese: Venezia, Milano, i manicomi e la legge Basaglia, la Liguria, l’esperienza con Renzo Piano, il grande reportage “dentro le case”, la Biennale d’arte di Venezia, ma anche New York, Vienna, la Gran Bretagna e il Touring Club. Immagini diverse tra di loro, ma accomunate da uno sguardo profondamente umano.

C’è tempo per visitare la mostra “Gianni BerengoGardin. Storie di un fotografo”, prodotta e organizzata da Civita e Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, progetto espositivo di Civita Tre Venezie, Casa dei Tre Oci e Fondazione Forma, fino all’8 giugno. Un peccato perdersela.

Giuliana Calomino

Foto: Gianni Berengo Gardin

Orari:lunedì dalle 14 alle 19, da martedì a domenica dalle 10 alle 19.

Biglietto: 11 euro intero e 9 ridotto (under 25, over 65, gruppi, scuole ecc)

per tutti i visitatori è prevista una audioguida

www.mostraberengogardin.it

Giuliana Calomino
La vita di ogni uomo è una via verso se stesso, il tentativo di una via, l'accenno di un sentiero. (da Demian di Hermann Hesse).

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