GREXIT O GRENTRY?
Non sappiamo come finirà la trattativa dell’Ue con la Grecia e se i fratelli ellenici torneranno alla cara vecchia dracma. Mi auguro di no per una serie di ragioni, forse poco economiche, ma altrettanto valide.
Amo la Grecia, che sebbene vinta – ci insegna la Storia – ha sempre a sua volta vinto il feroce vincitore: Graecia victa, ferum victorem vicit. Si parla tanto del debito della Grecia, ma é stato calcolato il credito che ha non solo l’Europa, ma il pianeta intero nei suoi riguardi? Talete, Eraclito, Socrate, Platone, Aristotele, Ippocrate, Pericle, Omero, Saffo sono solo alcuni nomi che vengono in mente a caso pensando alle sponde di quella petrosa penisola immersa nell’Egeo con tutti gli arcipelaghi dalle cui onde vergine nacque Venere e fece quell’isole feconde col suo primo sorriso. Il debito più grande dell’universo mondo nei riguardi dell’Ellade é proprio la Bellezza, che ci ha insegnato a conoscere.
L’uscita dall’Eurozona sarebbe la sconfitta della sensibilità solidale con cui bisogna vivere il rapporto fra i popoli e gli Stati. Oggi toccherebbe alla Grecia e domani magari alla Magna Grecia, cioè a quel nostro Mezzogiorno d’Italia che per tanti versi continua da tremila anni a somigliarle. Poi Tsipras non può restare antipatico. Il solo fatto che si opponga alla Merkel lo mette in buona luce.
L’economia deve essere il perno degli Stati Uniti d’Europa? Le radici greco-romane e giudaico-cristiane ci impongono di rispondere negativamente. Il Papa Rivoluzionario da Buenos Aires ha scritto nella sua ultima Enciclica che le genti della Terra stanno pagando troppo alto il prezzo del salvataggio del sistema finanziario. Occorre riportare l’uomo e la natura al centro dell’attenzione politica e il pensiero dei filosofi greci ha da sempre indicato questa strada.
L’Europa Unita è un grande progetto, che ha impedito negli ultimi settant’anni i conflitti bellici nel Vecchio Continente, ma non basta. Serve un sistema integrato di politiche fiscali, di bilancio, di sicurezza che renda omogenea la qualità della vita e lo sviluppo nelle tante aree geografiche che la compongono, rispettando le identità delle stesse secondo i principi del trattato di Lisbona.
L’impressione degli ultimi anni è che le continue cessioni di sovranità nazionale che i singoli Paesi hanno compiuto, sono andate solo ad accentrare il potere nella Germania a discapito delle altre realtà, ridotte a un mercato più facile da raggiungere per i produttori tedeschi. Infatti, mentre prima gli altri Stati si difendevano con la svalutazione delle loro monete nazionali, da quando c’è l’Euro essi hanno solo subito. É evidente che non basti esclusivamente l’unità monetaria, ma in generale non serve solo l’unità economica. Lo dimostra la grande figura da quattro soldi che l’Ue sta mettendo in scena con l’assoluta incapacità di fronteggiare l’emergenza dei migranti, altro tema su cui grida con rabbia e ragione sempre Francesco.
Forse é proprio da qui che deve ripartire l’Europa. Con i fratelli greci dentro e non fuori.
P.S. Il blog ha saltato una settimana perché la squisita direttrice di Lovepress ha avuto un problema fisico, per il quale desidero augurarle un prontissimo ristabilimento.
Dino Falconio