IL 2013 DI PHARRELL WILLIAM. Sexy-genio dell’R&B
“Ricettivo” e nient’altro che “un co-creatore” delle atmosfere che la sua musica è in grado di generare: è così che si definisce, in una recente intervista a Popsugar, Pharell William, Pharell o ancora Skateboard P, “best producer of the decade” 2000-2010 per Billboard, uomo cruciale del pop degli Anni Zero, capace di (re) inventare suoni per, tra gli altri, Jay-Z, Justin Timberlake, Kanye West, e le signore Madonna, Gwen Stefani, Britney Spears.
L’incredibile lavoro di produttore compiuto con The Neptunes, il progetto-sodalizio con Chad Hugo, complice irrinunciabile anche in quei N*E*R*D autori, tra le altre, di She Wants to Move (Fly or Die, Universal Records, 2004), è forse riuscito persino a far scordare a Pharrell, polistrumentista e voce di velluto, il gran rifiuto di Michael Jackson: se è vero che il Re del Pop si rifiutò di cantare le sue canzoni, è altrettanto vero che, nel 2013 non c’è stato uno che non abbia voluto il suo tocco dentro la propria musica. Il caso più eclatante resta di sicuro quello dei Daft Punk, che hanno affidato al naturale senso di Pharrell per il funk, sempre capace di coniugare la ricerca musicale col glamour, l’incredibile svolta pop di Random Access Memories (Columbia Records, 2013), attraverso l’interpretazione del singolone Get Lucky. Fa invece (e splendidamente) il verso alle colonne sonore da spy story il tema di “Despicable me 2” (Cattivissimo me in Italia), secondo episodio della mini-saga Universal campione d’incassi con l’ex malvagio Gru e gli irresistibili Minions. “Why ask why when this is art/why parallel when I can just part?”, “Perchè chiedere il perchè dal momento che questa è arte/perchè procedere in parallelo quando si può andare per conto proprio?”: così Pharrell canta il suo Cattivissimo, perché la personalità è un gioco da ragazzi. Complicatissimo.
Rosa Criscitiello