IL NAPOLI ESORCIZZA IL DIAVOLO. Tre gol Mikan e Champions di nuovo vicina
Come insegnare a una squadra il calcio senza avere un centrocampo. Teoria e tecnica (ma soprattutto tanta pratica) firmata Rafa Benitez. I tre gol e la vittoria contro il Milan, seppur maturata in 11 contro 10, evidenziano una cosa fondamentale: quando il Napoli gioca, gioca a calcio. E non è una cosa secondaria nel campionato italiano. Il numero impressionante di reti segnate ma anche e soprattutto le centinaia di palle gol prodotte nella stagione dicono che questa squadra ha una capacità offensiva da top club. Ma, se in attacco può contare su interpreti della qualità di Higuain, Callejon, Insigne, Mertens, Hamsik e Gabbiadini, ciò che sorprende e fa riflettere è che tutto ciò accade senza avere la medesima qualità in mezzo al campo.
Il professor Benitez, bontà sua, è riuscito a sovvertire la regola numero 1 del calcio che si può sintetizzare nelle parole di Vujadin Boskov “come gioca centrocampo così gioca squadra”. Per il Napoli, un autentico laboratorio tecnico-tattico non è così. Se si aggiunge la fragilità difensiva, si comprende ancora di più (naturalmente solo se non si è in malafede) il capolavoro dell’allenatore spagnolo. Il motivo dei crolli improvvisi della mancata continuità in campionato? È presto detto: proprio nella retroguardia e sulla linea mediana non ci sono calciatori in grado di tenere una tensione e una condizione accettabile ogni tre giorni. Cosa sarebbe stato il Napoli con Rejna tra i pali un forte centrale difensivo, lo Zuniga oramai scomparso sull’out sinistro e con Mascherano a centrocampo? Chiedere ai sapientoni, o a de Laurentiis ed evitare commenti avventati. Con Benitez al timone si rischia di essere sbalzati fuori bordo. Bentornati sul carro, giovedì è già Europa League.
Pier Paolo Petino