IL NAPOLI INCORNATO DAL TORO. Sconfitti all’olimpico azzurri risucchiati nella bagarre per il terzo posto
TORINO – Basta un gol di Glik e una partita orgogliosa al Torino per battere un Napoli senza testa e senza cuore. All’Olimpico Benitez sorprende ancora tutti, tenendo Gabbiadini in panchina fino al 15esimo del secondo tempo e proponendo una catena di destra formata da Callejon e Maggio mai capace di impensierire gli avversari o di fare una giocata degna di questo nome. Ma, ciò che appare incomprensibile, è il cambio di Hamsik, proprio per lo stesso Gabbiadini, con lo slovacco irritato che esce dal campo scuro in volto. Sembra quasi che il Napoli di campionato sia solo un laboratorio per affinare le alternative da utilizzare poi nelle coppe. Benitez sorprende, ma stavolta lo fa in chiave negativa. Come si fa a tenere in panchina il giocatore più pericoloso e più in forma del momento? L’ex sampdoriano, appena entrato in campo, mette in apprensione la difesa avversaria e coglie un palo su calcio di punizione. Entra nel vivo della azioni, appare lucido e determinato. Ma predica nel deserto. L’ingresso di Zapata, poi, nei minuti finali, appare velleitario. Per i granata di Ventura la conferma dell’ottimo momento e il 12esimo risultato utile consecutivo in campionato. Per i partenopei pure una conferma…che dopo le vittorie di coppa balbetta sempre in campionato. Troppe battute d’arresto, troppi punti persi per strada, quasi mai per merito esclusivo degli avversari. Se il Napoli, forse, ha risolto il rebus tra i pali, continua ad avere enormi difficoltà in difesa. L’errore, non l’unico dall’inizio della stagione, di Koulibaly, è costato caro. Così come quello di Strinic durante il calcio d’angolo che ha portato al gol di Glik. Problemi strutturali per una squadra che fa della trazione anteriore la sua caratteristica migliore. E allora, perchè mandarla in campo col freno a mano tirato?
Pier Paolo Petino