INSIGNE E HIGUAIN FANNO A PEZZI LA JUVE. Il Napoli batte i bianconeri, col 4-3-3 possibili grandi traguardi

L’urlo di Reina a fine gara o l’esplosione di gioia di Insigne e Higuain dopo i gol fotografano la rabbia e la lucida determinazione con la quale il Napoli ha affrontato e battuto la Juventus al “San Paolo”.
Sarri aveva chiesto alla sua squadra una prova di carattere, contro bianconeri voleva che il cuore della squadra battesse all’unisono con quello dei tifosi. E così è stato. Partita perfetta, tatticamente ed emotivamente, avversario battuto in ogni zona del campo e superato col punteggio di 2-1 che poteva anche essere più ampio.
Approccio alla partita da grande squadra, con la dorsale formata da Reina, Albion, Callejon e Higuain (il gruppo dei senatori con i quali il tecnico ha stretto un patto di ferro) perfetta in ogni giocata, il genietto Insigne a fare impazzire i difensori avversari e il metronomo Jorginho che sembra sempre più ispirato.

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Cresce di partita in partita anche Koulibaly, solo un lontano parente del giocatore spaesato ed evanescente dello scorso anno, così come Hamsik, sempre più capitano e protagonista.
Ma la gara con i bianconeri offre anche un altro spunto di riflessione: la parentesi di Carpi in cui l’allenatore aveva provato a mettere in campo contemporaneamente Mertens (ieri l’unico a non aver convinto dopo essere subentrato nella ripresa) e Insigne, ovvero derogando da quel 4-3-3 che appare la soluzione migliore per la squadra, dimostra ancora una volta che non sono possibili, almeno in questo momento, esperimenti.

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Occorre proseguire su queste certezze, ovvero che il Napoli ha una rosa molto competitiva se messa sul terreno di gioco con i quattro difensori i tre centrocampisti e i tre attaccanti. Rispetto alle ultime due stagioni, vedrete, il Napoli farà poco turnover, punterà su una  formazione base alla quale, di volta in volta, saranno sostituiti solo gli interpreti, senza stravolgere il dettame tattico. L’intelligenza di Sarri, che è anche una dote che si abbina all’umiltà, è stata quella di avere ascoltato i “consigli” di Reina e del gruppo dei nazionali, comprendendo che una squadra rende al massimo solo se i suoi giocatori sono convinti che quello che gli chiede di fare il loro allenatore sia la cosa giusta.

PH CREDIT // DANILO ROSSETTI

Pier Paolo Petino
Mi emoziona l'impresa sportiva, l'uomo che supera i propri limiti e vince. Lo sport come metafora della vita, raccontarlo è la mia passione.

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