INTERVISTA A CRISTINA PORTOLANO. Dopo le tavole per l’Internazionale la disegnatrice napoletana si racconta a Lovepress
Cristina Portolano è una giovane illustratrice e fumettista napoletana che vive a Bologna. Poche settimane fa sono state pubblicate alcune delle sue tavole su l’Internazionale e ne ha voluto parlare con noi di Lovepress in questa piacevole intervista.
Ciao Cristina, benvenuta su Lovepress!
Ciao e grazie.
Un paio di settimane fa l’internazionale ha pubblicato, nello spazio dedicato al graphic journalism, le tue tavole sul progetto “Made in Castel Volturno”. Questo progetto si propone di inserire nella comunità ospitante le donne africane dando loro un lavoro che consiste nella produzione di abiti (taglio occidentale) realizzati con stoffe tradizionali africane.
Ho conosciuto il progetto “Made in Castel Volturno” grazie a Marco Ficarra, dello Studio Ram di Bologna, che collabora con un socio della cooperativa Altri Orizzonti (Jerry Masslo). È un progetto davvero utile per le donne africane che abitano a Castel Volturno perché in quei posti non c è nulla, solo queste rare eccezioni. Nonostante ciò le istituzioni sembrano ignorare queste iniziative e questi luoghi di aggregazione che, dopo anni di sforzi non riconosciuti, faticano ad andare avanti. È notizia di poco tempo fa che proprio questa cooperativa rischia di fallire e la Casa di Alice (dove ha sede la sartoria sociale) rischia di chiudere.
Non è una notizia semplice da raccontare in poche immagini. Con quale criterio hai scelto cosa illustrare?
Proprio di questi tempi (era marzo/aprile) sono andata a Castel Volturno con la mia amica Viola. Insieme abbiamo visto la Casa di Alice, abbiamo parlato con Maria (una volontaria), e conosciuto le due ragazze di cui parlo nelle tavole. Scelgo sempre di rappresentare quello che vivo e sento con le mie orecchie, ma è fondamentale trovare il modo giusto. Rielaborare il vissuto e se serve modificarlo in parte. Ho collocato nello spazio il luogo di cui stavo parlando e l’oggetto del loro lavoro e della loro cultura, vale a dire le stoffe.
Prima di incontrare le tue tavole sul progetto “Made in Castel Volturno” abbiamo letto della tua partecipazione all’artbook “64 Kamasutra”; il libro pubblicato in gennaio dall’associazione culturale Squame, raccoglie le illustrazioni di un gruppo di autori che reinterpretano, secondo il loro stile, 64 posizioni del kamasutra. Raccontaci di questo progetto. Hai scelto tu la posizione da illustrare?
Per fortuna non l’ho scelta io altrimenti avrei avuto dei pregiudizi e non avrei potuto disegnare in totale libertà. Il progetto è nato dall’intraprendenza di Francesca Protopapa aka il Pistice, italiana di base a Parigi da 10anni, e creatrice dell’etichetta Squame.
“64 Kamasutra” non è il primo collettivo a cui prendi parte. Anche in “Ten Steps In The City” la tua storia illustrata, la tua interpretazione degli spazi di una città immaginaria, ha affiancato e integrato le storie di altri giovani autori. La collaborazione con altri autori, in più occasioni, è stata dettata da circostanze o è stata voluta?
Nel caso di “Ten Steps In The City” la collaborazione è stata fortemente voluta dalle curatrici Giulia Sagramola, Sarah Mazzetti e Cristina Spanò, che di anno in anno, antologia dopo antologia stanno creando libri sempre più belli e omogenei dal punto di vista visivo e narrativo. In Italia ci sono poche persone che vogliono “sbattersi” come fanno loro, però poi i risultati si vedono.
Tra le più accattivanti firme emergenti dell’illustrazione e del fumetto italiani sono partenopee. Tu, Mirka Andolfo, Francesca De Martino, Mary Cinque, Ilaria Grimaldi…seguite l’una i lavori dell’altra, anche attraverso i social. Avete mai pensato di unirvi per creare qualcosa insieme?
Le prime due non le conoscevo, Mary la seguo a tratti e Ilaria è un amica. Non abbiamo mai pensato di unirci per creare qualcosa (tranne che con Ilaria, con la quale ho un dialogo continuo ed interessi comuni forti) anche perché, personalmente, non saprei come fare. Siamo tutte molto diverse, ma non escludo niente a priori.
Dedichiamo spazio ai tuoi progetti per il futuro. Facciamo un gioco dai sapori vintage, quello della Raffaella nazionale. Puoi rispondere tutto quello che vuoi.
Se fosse un luogo?
Vorrei essere in un posto con il mare. Dove sarò: a Bologna a lavorare.
Se fosse una canzone?
E la chiamano estate.
Se fosse un disegno?
Top secret… per scaramanzia.
Federica Di Maio