IO E BEBE. Progetto fotografico di un amore lungo una vita con Nicholas Nixon e moglie
Amarsi e rimanere insieme tutta la vita. Diciamocelo, nel profondo ognuno di noi desidera che capiti proprio a lui. I nostri nonni non avevano scelta, era la norma e talvolta costrizione. Oggi siamo liberi, liquidi, come direbbe Bauman. Così indipendenti da soffrire la mancanza di ordini certi. L’amore precario che non ci basta.
Il fotografo statunitense Nicholas Nixon ha conosciuto sua moglie, Bebe Brown, nel 1970. Si guardano, si incastrano, non si lasciano più. Quarantadue anni di matrimonio dopo, i due stanno ancora insieme, non solo, ma collaborano anche ad un progetto intitolato “Bebe ed io”.
Una serie di ritratti intimi, ravvicinati, delicati. C’è Nixon che accarezza Bebe, Bebe ricambia e gli tiene la mano. Guancia contro guancia, corpo contro corpo. Sono vicini, le inquadrature si fanno strette. La pelle si sfiora, intenti a toccarsi i capelli, la faccia.
E noi li sbirciamo durante tutto questo amore, nella loro nudità appena accennata (ma non per questo pudica). Nei colori pastello delle foto, tenui come le carni dei due amanti. Le rughe segnano il tempo ma non la passione. E i capelli di lei finiscono sulle mani sue, che li odora, ci si avvolge.
Lui la guarda convinto. Bebe con affetto gli sorride. Sembra di leggere una poesia di Michele Mari:
“Verrà la morte e avrà i miei occhi
ma dentro
ci troverà i tuoi”.
Tempo fa Bauman (sociologo autore del celeberrimo “Amore liquido”) disse in un’intervista a La Repubblica:
“È la prospettiva dell’invecchiare ad essere ormai fuori moda, identificata con una diminuzione delle possibilità di scelta e con l’assenza di “novità”. Quella “novità” che in una società di consumatori è stata elevata al più alto grado della gerarchia dei valori e considerata la chiave della felicità. Tendiamo a non tollerare la routine, perché fin dall’infanzia siamo stati abituati a rincorrere oggetti “usa e getta”, da rimpiazzare velocemente. Non conosciamo più la gioia delle cose durevoli, frutto dello sforzo e di un lavoro scrupoloso. E dimentichiamo che l’amore esclusivo non è quasi mai esente da dolori e problemi, ma la gioia è nello sforzo comune per superarli”.
Ciò che Bauman probabilmente vuole dire è che ci siamo dimenticati che ne vale la pena.
Buon San Valentino a tutti e buono sforzo!
Foto © Nicholas Nixon
http://fraenkelgallery.com/portfolios/new-work
Giuliana Calomino