ITALIA. Le menti ci sono ma scappano all’estero
Innovazione e ricerca dovrebbero essere due parole stampate a caratteri d’oro nelle menti illuminate dei politici. Attenzione, non fa differenza se di destra o di sinistra. La questione non è di parte, o se vogliamo è bipartisan: un Paese che punti a migliorare i livelli occupazionali e che desideri avere un ruolo di primo piano nella comunità internazionale non può prescindere da innovazione e ricerca. Fatta la premessa veniamo al dunque. E il dunque, purtroppo, è che in Italia le due paroline magiche sono considerate quasi delle brutte parole. E a pensarci è un peccato, perché nel nostro Paese (e non si tratta di patriottico orgoglio) sono nate e continuano a nascere alcune delle menti più brillanti di sempre. Poi però, visto l’andazzo, le nostre menti sono costrette a trasferirsi altrove diventando le menti di altri. Un ridicolo, ma anche molto significativo, esempio dell’Italica repulsione per l’innovazione è nella creazione dei pesci robot. Sì, avete capito bene: “pesci robot”. Piccoli miracoli tecnologici creati con le finalità più disparate dai ricercatori di tutto il mondo proprio per fare ricerca ed innovare. Ecco allora le anguille sonar create da un consorzio di università straniere per equipaggiare sottomarini, in aggiunta a sonar e telecamere. Maurizio Porfiri per l’Università di New York, ha creato un pesce leader, capace di guidare interi branchi lontano da acque inquinate. Non basta? Al Massachusetts Institute of Technology di Boston è nata la razza che analizza i fondali, da utilizzare per il monitoraggio e l’esplorazione marina. La Virginia Tech ha invece progettato una medusa artificiale per la sorveglianza marina. Per muoversi dovrebbe ricavare idrogeno dall’acqua, così da avere un’autonomia praticamente illimitata. E l’Italia? Tenetevi. La nostra scienza ha dato vita niente di meno che ad una specie di “Lampreda”, che nuota con batterie dell’incredibile durata di 5 ore. Progettata con l’idea che «la natura può essere maestra di tecnologie». Che come idea sarà anche molto filosofica, ma come applicazione suona un po’ vaga.
Raffaele Nespoli