LA FAMIGLIA BELIER. Quando il film lo scelgono le nipoti adolescenti
Federica ha 15 anni. Camilla 12. Sono le nipoti adolescenti che mi raggiungono a Napoli dal profondo nord due/tre volte l’anno. Che vedi crescere e cambiare, velocemente, a ogni incontro, e con le quali hai visto al più i classici della Disney. In un sabato pasquale e piovoso in giro per la città che avrebbe dovuto accoglierle con il sole decidiamo di rifugiarci al cinema. E il film lo propongono loro. “Zia hai già visto la famiglia Belier?” E’ la storia di Paula, un’adolescente della provincia rurale francese figlia di madre e padre sordomuti con un fratello sordomuto anche lui. Lei scopre, ironia della sorte, di avere un dono, una voce meravigliosa e un desiderio, quello di voler cantare. Gli elementi per il disastro ci sono tutti. L’handicap banalizzato, il sogno del successo modello reality, la ribellione dei giovani nei confronti degli adulti conservatori. Basterebbe il trailer, penso tra me e me. E invece… Quella che vediamo è una commedia popolare garbata e divertente, che fa commuovere e riflettere. La giovane protagonista è l’unico collegamento esterno con la famiglia e il resto del mondo, lei traduce e lei fa da filtro per ogni cosa. Va a scuola, si occupa dell’azienda agricola di famiglia, tiene il banco vendita al mercato del paese. Saprà prendersi la libertà di andare per inseguire i suoi sogni? E’ possibile farlo con la dolcezza, senza ‘distruggere’, preservando intatti i valori dell’unione familiare e delle responsabilità reciproche che a volte ci inchiodano costringendoci all’infelicità? Questo film racconta che si può. Racconta che le famiglie sono singolari, ciascuna a modo suo, e per questo meravigliose. Che tra soccombere claustrofobicamente e voglia di libertà c’è una terza via.
Lertigau, già regista di Scatti rubati e Gli infedeli, non cade mai nella banalità dello sguardo compassionevole dei ‘normali’ sui disabili, non emoziona per la diversità ma al contrario ci propone una famiglia ‘normale’ e per questo universale, che con l’handicap ha fatto i suoi conti, ci vive ogni giorno, agendo e reagendo nel mondo, portatori sani di valori d’altri tempi.
Sublime la colonna sonora con un Michelle Sardoux d’annata reinterpretato dalla giovane e acerba protagonista (Louane Emera, ex concorrente dell’edizione francese di The Voice) che canta Je vais t’aimer. Si accendono le luci nella minuscola sala del cinema del centro che ospita solo noi. I ‘grandi’ sono scoperti ad asciugarsi furtivamente lacrimoni. Le ‘giovani’ hanno negli occhi quel luccichio ineffabile che racconta che tutto è ancora possibile.
Fra tutti i film pretenziosi e inutili che mi ritrovo a guardare, La famiglia Belier si rivela una piacevole scoperta. Ringrazio le giovanissime di casa per il suggerimento. Il sottotitolo di questo pezzo è: non sottovalutiamo i nostri ragazzi!
LA FAMIGLIA BELIER // IL TRAILER
Martina Caldo