LA PIZZA DA NAPOLI A MILANO. La storia di Gino Sorbillo e dell’alimento più conosciuto al mondo
La storia della pizza attraverso un suo grande interprete, Gino Sorbillo. Il giornalista Francesco Aiello, insieme al collega Angelo Cerulo, ha curato il volume, “Sorbillo – la pizza di Napoli” (edizioni dell’Ippogrifo) che racconta non soltanto le origini di un alimento così rappresentativo di una città nel mondo ma anche quelle di un pizzaiolo e della sua famiglia che ha saputo interpretare al meglio la celebre “margherita”.
Come nasce l’idea di questo volume?
In una fase storica particolarmente felice per la pizza, a Napoli ma anche in tutta Italia, ci è sembrato opportuno cercare di ricostruire le origini di questo alimento partendo dalla storia di Gino Sorbillo e della sua famiglia. Oggi, infatti, sono molti i pizzaioli bravi che hanno ridato dignità e valore gastronomico a quello che essenzialmente è un piatto del popolo. Tuttavia, non bisogna dimenticare che in tutti i fenomeni sociali, e la pizza è senza dubbio uno di questi, c’è chi ha cominciato, ormai due decenni fa, portando il simbolo di Napoli all’attenzione di un pubblico vasto e curioso. Sorbillo è stato tra i primi a puntare nel contesto del centro storico alla valorizzazione di una tradizione familiare consolidata, integrata dall’attenzione nella scelta di ingredienti di qualità e da una comunicazione moderna.
Come è articolato questo libro?
Il volume si apre con la ricostruzione della storia della pizza, dalle origini ai nostri giorni, lontana da ogni pretesa di esaustività, ma incentrata sugli aspetti, culturali, sociologici, economici e gastronomici. Poi è la volta del racconto, affidato ad Angelo Cerulo, della storia di Gino Sorbillo dalla pizzeria di via dei Trinunali fino al sua recente avventura milanese con il locale aperto a pochi passi dal Duomo. Il racconto della pizza è arricchito dalle “testimonianze” appassionate di coloro che a diverso titolo esprimono oggi la cultura, l’economia e la gastronomia di Napoli:l’intellettuale Jean-Noël Schifano, il cuoco pluripremiato Alfonso Iaccarino, il “re delle cravatte” Maurizio Marinella e il già presidente della Camera di Commercio Maurizio Maddaloni. Infine, dopo le ricette originali delle pizze di Sorbillo, ci sono le indicazioni di carattere gastronomico relative agli abbinamenti pizza- vino e pizza – birra
Cosa rappresenta la pizza a Napoli, oggi?
La storia dei grandi pizzaioli di Napoli è anche la storia di Napoli. Si dice pizza e, in tutto il mondo, si pensa a Napoli ma soprattutto all’Italia, ai suoi prodotti e alla sua tradizione gastronomica. È così che, da fenomeno inizialmente solo alimentare, la pizza esprime i suoi valori di carattere sociale, quale cibo di tutte le classi e di tutte le età che si richiama direttamente ai potenti simboli del pane, del fuoco e del forno, archetipi del patrimonio culturale di ogni civiltà. Oggi, alla pari dell’hot dog e dell’hamburger, costituisce un tipico cibo metropolitano, consumato su vasta scala e che si adatta agevolmente a diversi stili di vita. Rispetto a quello che nel mondo viene genericamente denominato “fast food”, la pizza tradizionale deve la sua diffusione al suo essere di fatto un piatto unico, equilibrato dal punto di vista nutrizionale, dal costo contenuto e che può essere consumato anche per strada. Ecco perché la pizza napoletana dal 2010 è stata ufficialmente riconosciuta come Specialità tradizionale garantita dall’Unione Europea. Il prossimo passo probabilmente sarà quello di arrivare ad una tutela a livello globale, magari il riconoscimento da parte dell’Unesco come patrimonio mondiale dell’umanità, per arginare il moltiplicarsi di atti di pirateria alimentare e di appropriazione indebita dell’identità di questo alimento indissolubilmente legato a Napoli.
Gino Sorbillo è divenuto qualcosa di più di un pizzaiolo
Va iscritto d’ufficio nel ristretto novero dei cosiddetti “pizzaioli-comunicatori” per la sua capacità di interpretare e raccontare con modernità il mestiere di pizzaiolo, lontano da ogni forma di agiografia e ben inserito nella geografia e nell’economia gastronomica contemporanea.
Sorbillo – La pizza di Napoli
Edizioni dell’Ippogrifo
Pp 144
Euro 35