La radio diventa smart
Negli stati Uniti l’ascolto delle radio via web si è molto avvicinato a quello delle radio tradizionali. In Italia siamo ancora lontani, ma il vento sta cambiando progressivamente, ed il gap si assottiglia con il passare del tempo. Sempre più persone, soprattutto tra i giovani, fruiscono della radio via web con gli smartphone, tablet o dal pc, con la stessa qualità della radio FM. Con enormi vantaggi, il prodotto radio si evolve, e sarà sempre meno un semplice ricevitore audio, ma ben presto integrerà altre funzioni cross mediali. Al World Mobile Forum di Barcellona, di fine mese sarà presentata la prossima generazione di prodotti smartphone con antenna Dab integrata, con l’obiettivo di unire connessione online e ricezione broadband per l’ascolto della musica; questo permetterebbe una diminuzione dei consumi di banda da parte delle radio online, e quindi riduzione dei costi, inoltre permetterebbe l’interazione con il radioascoltatore ancora più attiva, potendo scegliere attraverso un’ apposita applicazione, il brano da ascoltare, che verrà selezionato dalla radio che ha il pezzo in rotazione, che comparirà in automatico sullo smartphone dell’ascoltatore. Che il comparto radiofonico sia in evoluzione, non è una novità, e sembra che un’accelerata alla digitalizzazione delle radio italiane venga anche dalle istituzioni, che attraverso l’Agcom, ha da poco autorizzato l’assegnazione delle frequenze Dab, alle emittenti radiofoniche locali delle regioni: Lazio, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia.
Il consorzio Dab Club che si sta occupando in maniera consistente degli investimenti, ha già coperto 5 dei 7 mila chilometri totali di rete autostradale con la copertura di antenne digitali Dab. Anche il mercato automobilistico si adatta e corre ai ripari installando ricevitori Dab su più di 60 modelli delle maggiori case automobilistiche, con le versioni più evolute, dotate di display con testi ed immagini. Insomma un mercato che era rimasto troppo fermo negli ultimi 10 anni, adesso sembra subire una fortissima accelerazione, si basti pensare che il mercato italiano era passato dai 2 milioni di ricevitori radio domestici venduti nel 2005 ai circa 700 mila venduti nel 2015; tutto questo ha portato l’Italia a guardare ai livelli degli altri paesi europei, invertendo rotta e puntando sulla qualità tecnica dei contenuti per raggiungere gli ascolti e sulle tecnologie per migliorare servizi e ridurre costi. Inoltre le reti Dab hanno costi in rapporto di 20 a uno rispetto alle reti tradizionali per consumo di energia e manutenzione. Un numero certificato di ascoltatori, rispetto alle classiche radio fm, e le potenzialità di diffusione illimitate che offre una web radio, con i vantaggi del Dab, può attrarre sicuramente più investitori, e produrre miglioramenti anche nella raccolta pubblicitaria.