LUIGI BERLINGUER. “Siamo abituati a vedere la scuola come un luogo in cui gli alunni sono chiusi dentro le aule. Li abbiamo voluti immergere nel mondo, nel cuore della città più simbolica, della capitale canora di Italia”
Alla conferenza stampa di presentazione della Piazza Incantata ha preso parte Luigi Berlinguer, presidente del comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica, visibilmente e sinceramente emozionato. Ma anche divertito e divertente. Nel suo lungo intervento, nessuno dei presenti in sala si è distratto. Lui, il Signor Berlinguer ha tenuto tutti attenti ad ascoltarlo. Capacità di pochi!
Devo dire, con una punta di emozione, un grazie molto sincero a Napoli, al Sindaco, che conosco da molti molti anni, prima che diventasse Sindaco, alla Regione Campania, perché hanno accolto questa proposta, che si presentava come una follia. Una sana follia. L’impresa si è subito definita come un’impresa non facilmente governabile, né tantomeno facilmente organizzabile, perché la nostra scuola non è abituata a cimentarsi con se stessa. L’unica aggregazione in Italia di oltre 8 milioni di studenti, di circa 800mila docenti, quando si muove, si muove un pachiderma, un gigante. Eh, ma noi abbiamo voluto fare cose in grande: non un coro qualunque, ma esprimere a Napoli tutta la forza di questa scuola che non poteva essere fatta da pochi, o da qualche rappresentante, e in più abbiamo voluto che si celebrasse a Napoli, un giorno di scuola, in Piazza Plebiscito.
Siamo abituati a vedere la scuola come un luogo in cui gli alunni sono chiusi dentro le aule, chiusi (non a chiave naturalmente) e persino si pensa che sia da fare così la scuola. È fuori dal mondo. Li abbiamo voluti immergere nel mondo, nel cuore della città più simbolica, della capitale canora di Italia. E numerosi siamo partiti lanciando un’idea. Per mesi non arrivavano le adesioni e ci siamo spaventati, e ci siamo dati una mossa. Abbiamo persino rinviato, per non mollare, adesso sono arrivati in tanti, forse in troppi, certo più delle previsioni: 13000 a cantare tutti insieme, tutti lì, tutti arrivati da tutti gli angoli del paese. 17 regioni. L’Italia. 63 provincie. L’Italia. Una manifestazione nazionale, non locale, perché Napoli non è locale, 6.000 vengono dalla Campania, è naturale, però il resto viene da tutte le parti del Paese.
361 cori, in prevalenza studenti, non professionisti e non musicisti ma studenti, che domani faranno il falegname, l’ingegnere, gli Avvocati, o gli impiegati quando finiranno la scuola, e, tuttavia, noi abbiamo voluto che a scuola imparassero la musica. E abbiamo voluto affermare caparbiamente, contro un’equipe di stonati che hanno proibito che la musica nel passato entrasse a Scuola, perché considerata non cultura, una bestemmia in Italia, fosse considerata dignità formativa, culturale, perché la musica forma la persona, perché per imparare la musica, un brano bisogna ripeterlo 100, 200, 300 volte se no di stona. È fatica la musica. È impegno scolastico, ma è la più grande gioia quando si riesce a suonarla o a cantarla. Forse dà più gioia che risolvere un’equazione di matematica, peraltro importantissima e bellissima, e questo mix dell’impegno e della gioia è quello che noi crediamo debba essere la scuola e non invece una purga permanente per gli studenti. Farli studiare ma farli essere contenti di andare a scuola e quindi anche contenti di venire in quel giorno di scuola a Piazza Plebiscito.
Un centinaio di persone, prevalentemente volontarie, hanno lavorato a questo, con uno sforzo enorme, politico, attivo e finanziario. Come posso non essere grato di questa generosità e persino di questa temerarietà?
Il 9 aprile è il più bel giorno di Scuola dell’anno scolastico 2015/2016.
Abbiamo poi voluto che a Napoli potesse esprimere la sua grande musicalità un coro alpino, perché abbiamo anche questo in Italia. E da Napoli partiamo e arriviamo alle Dolomiti, perché l’Italia è anche questo, il più bel mare, forse del mondo (eccezione, i Caraibi), e le più belle montagne, forse del mondo.
E noi l’Italia la vogliamo così, è questo il suo patrimonio, il coro di Bressanone e poi un altro coro che svolge questo lavoro. Il messaggio è che nella Scuola si devono imparare l’italiano, la storia, la matematica, le altre materie, ma si deve anche imparare o a suonare o a cantare, e la musica deve essere a piena dignità disciplina di studio. Ieri ci ha mandato un pensiero, e come si addice alla persona, un po’ pesante, perché è in bronzo, anche lo Stato. La targa, che ci ha riempito di gioia, del Presidente delle Repubblica Sergio Mattarella al progetto La Piazza Incantata. Ha mandato un bel messaggio il Ministro Giannini, che sarà presente ovviamente il prossimo 9 aprile qui a Napoli.
(La Piazza Incantata // Conferenza stampa. 01.04.2016. Palazzo San Giacomo. Sala Giunta)
Luigi Belinguer