MANITA ALLA LAZIO, LA VENDETTA E’ SERVITA. Il Napoli vince ancora, il modulo è quello giusto
Cambiare modulo in corsa (ma non idea di gioco) e stringere un patto di ferro con i senatori della squadra: queste le due mosse che hanno cosentino al Napoli di Sarri di trasformarsi nel giro di due settimane. Dalla formazione involuta, inconsistente e fragile di inizio stagione, alla macchina da guerra vista con Brugges in Europa League e Lazio in campionato. Dieci gol in due partite (ieri in rete due volte Higuain, poi Allan, Insigne e Gabbiadini), nessuna rete subita, un dominio totale e costante della partita, in entrambe le circostanze. Vincere aiuta a vincere, è cosa nota, ma ora la gara di mercoledì contro il Carpi, che comporta una necessaria iniezione di concentrazione se si considera anche la tensione già crescente per il match di sabato con la Juventus al “San Paolo”, può essere considerata un test molto indicativo.
E’ cresciuto il Napoli? Riuscirà a dare continuità alla sua azione? Troppo presto per dirlo, di sicuro è quello a cui punta Sarri, diventato immediatamente simpatico a un pubblico troppo umorale, in continua salita e discesa sulle montagne russe della passione.”Dopo Bruges la squadra ha capito di essere in crescita, ha acquisito maggiore sicurezza e questo si è visto anche stasera – ha spiegato Sarri a fine gara – L’obiettivo è di costruire col tempo una squadra forte. Abbiamo giocato un primo tempo di calcio ad ottimi livelli ma abbiamo la speranza e la presunzione di poter migliorare ancora. Questo gruppo abbia ancora margini di crescita, voglio che i giocatori diano il 101%, cosa che credo non abbiano mai fatto negli anni scorsi”.
Insomma, la chiave della squadra è nella posizione in campo del reparto offensivo, nella crescita di Allan, nella costanza di rendimento di Hamsik e nelle geometrie di Jorginho (sempre piuttosto elementare ma cresciuto di condizione dunque più nel centro del gioco). Ma anche e soprattuto del patto di ferro, stretto con il gruppo degli spagnoli, con i protagonisti della scorsa stagione, ai quali si è unito Insigne, anche con la Lazio prezioso e incisivo. Non si può trattare un organico formato da top player e nazionali di mezzo mondo come una squadra di ragazzini, forse questo Sarri non lo aveva ben compreso. Ci ha pensato qualcuno a riportarlo con i piedi per terra, con le parole giuste, con le motivazioni adeguate. E allora si è ritrovato il Napoli capace di accumulare palle gol, di farne anche tanti. E magari di affrancarsi dalle odiose doppie sedute dall’allenamento a cui era stato condannato all’inizio. Il capolavoro Sarri lo realizzerà quando riuscirà ad approfittare anche della classe di Gabbiadini e Martens, magari riuscendo a convincersi di spostare Hamsik al centro della mediana facendo accomodare in panchina sia Jorginho che Valdifiori.
La bestia nera Pioli ridimensionata e scacciata via, scura in volto e pronto a spedire la sua squadra in ritiro. Aveva fatto soffrire il Napoli con Donadoni, Mazzarri e Benitez in panchina, la pariglia gli è stata resa in una sola volta.