MERCADANTE. La prima stagione da Teatro Nazionale
Dai grandi classici di ogni epoca alle novità contemporanee, è “cartellone in forma di festival” quello pensato dal direttore artistico Luca De Fusco per la prima stagione da Teatro Nazionale dello stabile Mercadante. A definirlo così è lo stesso De Fusco che, dopo anni di direzione festivaliere, tra produzioni e coproduzioni, anche di respiro internazionale, prime e anteprime più due eventi in esclusiva italiana di altrettanti maestri (il regista russo Valery Fokin e il coreografo francese José Montalvo) firma due cartelloni completi che andranno in scena tra il palcoscenico del Mercadante e quello del San Ferdinando ai quali si affianca anche il programma del Ridotto con i consueti progetti e le rassegne tematiche.
Fra teatro e danza, dunque, si spazia, dall’”Orestea” a “Medea” (regia Gabriele Lavia) sul versante dei grandi classici dell’antichità agli scespiriani “Sogno di una notte di mezza estate”, rivisitato da Ruggero Cappuccio, e “Re Lear” (con Mariano Rigillo), al trittico tutto al femminile di “Casa di bambola” di Ibsen, “Pigmalione” di Shaw e “La signorina Giulia” di Strindberg (in versione off e osè, con Giovanna Di Rauso e Massimiliano Gallo, diretti dal giovane talento cileno Cristián Plana). Quindi, “Spaccanapoli times” di Ruggero Cappuccio e “Dalla parte di Zeno” di Valeria Parrella, e il repertorio di nuova drammaturgia con testi di Meola, Panico, Pascale, Calvino, Bancale e, ancora, singolari proposte teatrali come “Il giocatore” di Dostoevskij, recitato in russo da attori madrelingua, il “Bugiardo” di Goldoni firmato dall’argentino Arias, la “Filumena Marturano” del duo Gloriana/Nello Mascia. Una stagione intensa tra attori, ormai, habituées del teatro (Gaia Aprea, Claudio Di Palma, Giacinto Palmarini, Paolo Serra, Federica Sandrini), riconferme e new entry (Mascia Musy, Fulvia Carotenuto, Cristina Donadio, Antonella Stefanucci, Imma Villa, Tonino Taiuti). Insomma, quale che sia la formula che si preferisce – abbonamento, carnet, singoli spettacoli – non c’è che l’imbarazzo della scelta.
Paola De Ciuceis