MORTALITÀ INFANTILE. Stragi bianche. Ogni anno muoiono 6 milioni e mezzo di bambini per cause banali. Colpa delle disuguaglianze
Ogni anno 6,6 milioni di bambini muoiono prima di aver compiuto 5 anni per cause prevenibili e curabili, come malaria, morbillo, polmonite, complicazioni neonatali o dissenteria. E la malnutrizione è la concausa della metà di queste morti. Eppure, per fermare la mortalità infantile basterebbero semplici soluzioni a basso costo come un sapone, una zanzariera, un vaccino. Questo è quanto emerge dal rapporto diffuso nei giorni scorsi da Save the Children, dal quale emergono i grandi protagonisti dello scenario della mortalità infantile: la disuguaglianza, quella tra paesi del nord e del sud del mondo, ma anche la differenza tra chi sia più ricco e più povero, anche di uno stesso paese o ancora tra zone urbane e rurali. Ridurre le disuguaglianze per combattere la mortalità infantile, questa la strada indicata dall’associazione internazionale umanitaria. Sulle morti infantili pesano come un macigno anche quelle delle neomamme: dati alla mano vediamo come in Africa Subsahariana nell’arco di un decennio, dal 2000 al 2010, la percentuale di parti assistiti da operatori sanitari qualificati è aumentato di un solo punto (dal 44 al 45%). Come risultato, ogni anno si stimano circa 287.000 morti materne nel mondo, di cui 2.200 avvengono nei paesi sviluppati e oltre 284.000, nei paesi in via di sviluppo. Tutto questo è ovviamente correlato anche allo scarso numero di operatori sanitari disponibili: se in Norvegia si ha in media un medico ogni 53 pazienti e nel Regno Unito 1 ogni 77, in Guinea e in Niger, ci sono rispettivamente un medico ogni 7.143 e 6.667 pazienti. Mettendo a confronto le tre determinanti (reddito, istruzione materna e ambiente) che concorrono a determinare una maggiore o minore probabilità di vita di un bambino, affiora che le disuguaglianze più alte si riscontrano tra diversi livelli di istruzione: ben il 30% della popolazione e il 55% delle donne del Pakistan, ad esempio, terzo paese al mondo per numero di decessi neonatali, pari a 202.000 annui, sono analfabeti.
Valerio Esca