MUSICA &MOOD 2014. Le cinque (anti) love songs del 2013 da portare con se nel nuovo anno.
Sembra ieri, e invece siamo nel ’97, o forse nel ‘98: il mio fratellino minore ed io ce ne stiamo stravaccati sul divano, dopo pranzo, a guardare Beverly Hills 90210 (lui non era di certo un habitué del serial, ma a quell’ora comandavo io, e poi tutto era buono pur di guadagnare ancora un po’ di tempo libero sul pomeriggio di compiti). Ebbene, la scena è la seguente: la morbida, perfida ed invidiosetta Valerie Malone, la figlia di amici dei Walsh che giunge, ospite della famiglia del Minnesota, a turbare i sanissimi equilibri della vita losangelina dei nostri (ve la ricordate?), è in collina, di sera, la città ai suoi piedi e i barbagli della scritta “Hollywood” che scintillano dal fianco erboso, proprio lì di fronte. Saluta Brandon, col quale continua a provarci, benchè sia quasi un cugino: ha combinato l’ennesimo guaio, è disperata, ha il cuore a pezzi e deve lasciare la città. Piange a dirotto sotto l’eye-liner perfetto e le ciglia finte. Lui è tenero come il pesce lesso che è sempre stato. Alla fine della sequenza l’affranta pulzella si infila nella sua Porsche 911 grigio chiaro e, sgommando nella notte polverosa, si porta il suo piccolo dramma via dagli occhi degli spettatori. Restiamo col fiato sospeso; poi mio fratello rompe il silenzio così, e memorabilmente: “deve essere più facile soffrire dentro una Porsche!”. Ecco. Le cinque canzoni del 2013 che abbiamo scelto di consigliarvi anche per il 2014 sono le nostre Porsche musicali, glam e decandenti, che vi raccontano di amori-non amori ed amicizie molto creative, clandestinità incrociate, cuori che hanno più stanze di un bordello, autentici casini, e che promettono, quasi foste moderni Valerie Malone, di trarvene fuori per qualche minuto e almeno col pensiero.
5) “You got a lot of nerves/A lot of nerves to fuck with me” esordisce Wayne Coyne in “You Lust” (feat. Phantogram), quarta traccia di “The Terror” (Warner Bros./Bella Union, 2013), tredicesimo album dei The Flaming Lips, numi tutelari del rock alternativo dal 1983; e richiede nervi saldi per davvero l’ultima, apocalittica fatica della band di Oklahoma City, e la traccia che scegliamo, più che alla sportiva tedesca della Malone, ci fa pensare ad una Diablo, o piuttosto ad un elicottero Apache, dal quale sferrare attacchi oltre i limiti della decenza.
4) Chiude l’anno passato col disco dal vivo radiofonico “Live from KCRW” (Bad Seed Ltd., 2013) Nick Cave coi suoi Bad Seeds; noi scegliamo People Ain’t No Good, anche perché è stata parte della colonna sonora di Shrek 2, e la cosa fa davvero tanto duri dal cuore tenero.
3) Irrinunciabili i Depeche Mode di Delta Machine (Sony Music/Columbia/Mute, 2013); Dave Gahan è più sexy che mai nel clip di “Broken” dove, dentro un set in gotico equilibrio tra elettronica e musica suonata, canta di amori segreti e auspicabili perdite di controllo. E ricorda una splendida sportiva tedesca, magari nera. No, non pensavamo alla Golf della quale è stato testimonial nel 2013 (e che resta comunque una gran bella macchina).
2) Giunti all’album più bello di tutta la loro storia, i The National sono certamente il caso indie rock dell’anno appena trascorso. “Trouble Will Find Me”(4AD, 2013) è il sesto album della band di Brooklyn e pare una preziosa antologia dell’oscuro e del malinconico, dai Cure più pop al Leonard Cohen d’ogni tempo. Qui ci prendiamo “Sea of Love”, nella quale il frontman Matt Berninger canta il verso che da il titolo all’album: If I stay here trouble will find me/If I stay here I’ll never leave è l’adagio che delinea la più ariosa e rock delle ballate per gli amori molesti, sulle note della quale, più che andar per strada, si vola.
1) La nostra Porsche 911 grigio chiaro, con la quale passare il casello del 2014 (in lacrime o no) è senza dubbio “Instant Crush”, il brano che i Daft Punk suonano per la voce di Julian Casablancas, leader di The Strokes e figlio di John Casablancas, creatore di Elite Model Management, forse la più importante agenzia di modelle e modelli del mondo (più glam di così!). La traccia numero cinque dell’epocale “Random Access Memories” (Columbia Records, 2013) è nata dal fortunato incontro tra Casablancas e i Robots in uno studio comune, questi ultimi al lavoro sulla soundtrack di “Tron: Legacy” (2010). Hanno dunque riposato per poco meno d’un paio d’anni, prima di incontrare gli inconfondibili suoni della coppia elettronica, versi come “I didn’t want to be the one to forget/I thought of everything I’d never regret/A little time with you is all that i got/That’s all we need because its all we can take”: “Non volevo essere io l’unico a dimenticare/Ho pensato a tutto ciò per cui non ho mai avuto rimpianti/Tutto quello che ho è un po’ di tempo con te/Questo è tutto ciò di cui abbiamo bisogno perchè è tutto quello che possiamo prendere”. Con un nuovo anno di emozioni e musica davanti, si può invece dire che ne abbiamo di tempo per stare a vedere, e naturalmente a sentire.
Rosa Criscitiello