NTS. Una settimana di impegno civile che si apre con “Alda Merini – I beati anni dell’innocenza”
Il Nuovo Teatro Sanità, da stasera al 13 marzo, dedica una settimana di spettacoli al teatro di impegno civile, secondo quella che è la vocazione propria del palcoscenico di piazzetta San Vincenzo. Stasera, alle 21.00, in scena Alda Merini – I beati anni dell’innocenza, scritto e diretto da Antonio Lovascio, con Isabella Carloni. Lo spettacolo nasce da un incontro/intervista che Alda Merini ha concesso ad Antonio Lovascio. Da questa esperienza Lovascio ripercorre drammaturgicamente la vita della poetessa partendo dalla dicotomia che ne caratterizzava la personalità. Solo per le donne è previsto un biglietto di 5 euro.
Sabato 12 marzo, ore 21.00, sarà la volta di Matteo Diciannove, Quattordici, scritto e diretto da Giovanni Franci, con Fabio Vasco, uno spettacolo confidenziale, intimo come una preghiera, in cui il giovane Matteo affronta i propri demoni, gli abusi subiti all’interno delle rassicuranti mura di un collegio cattolico. Si chiude domenica 13 marzo, ore 18.00, con Mutu di e con Aldo Rapè e con Gaspare Balsamo. Mutu è la storia di due vocazioni a confronto: due fratelli, Saro e Salvuccio, due uomini del nostro tempo, uno prete e l’altro mafioso, ingabbiati nelle loro vesti e nei loro ruoli ma desiderosi di scappare.
Alda Merini – I beati anni dell’innocenza è un lavoro teatrale sulla dualità che ha caratterizzato la complessa personalità della poetessa dell’amore: il genio e la persona, l’alto e il basso, il tangibile e l’intangibile, l’apollineo e il dionisiaco. L’opera della Merini è vasta e complessa, attraversa il mito, la religione, l’erotismo e soprattutto l’amore. La narrazione scenica procede per visioni, epifanie, ricordi nostalgici. Attraverso tecniche di ripetizione, improvvisi cambi di percorso e rovesciamenti la frammentazione gioca sia sul piano del significato che su quello del significante. Infatti la Merini era capace di creare versi poetici durante una banale conversazione e poco dopo di lamentarsi riguardo alle futili questioni condominiali.
Matteo Diciannove, Quattordici è un monologo duro, rabbioso, fisico, che non esclude momenti di grande tenerezza né attimi di sincero divertimento. E’ un racconto di formazione, fatto a tu per tu con lo spettatore, una confessione esplicita, commovente, vera, che apre ad una serie di interrogativi. Ognuno di noi ama come è stato amato-, afferma il protagonista. Se questo fosse vero, a cosa porta un’educazione sentimentale fatta di abusi e ricatti? Quanti compromessi, più o meno gravi, abbiamo dovuto accettare noi tutti? In cambio di quali e quante cose abbiamo barattato la nostra purezza? Quante carezze, quanti baci, quanti abbracci, abbiamo creduto fossero amore?
La settimana dell’impegno civile si chiude con Mutu (13 marzo, ore 18.00) la storia di due uomini a confronto, insieme tanti anni, muti per necessità e per fame. Ma un giorno la coscienza ed il sangue cominciano ad urlare. La Mafia e la Chiesa sono qui un pretesto per parlare del vero male che colpisce i due protagonisti: la solitudine ed il vuoto esistenziale che esiste nella nostra civiltà. Dal 2008 ad oggiMutu è stato rappresentato in prestigiosi teatri e rassegne italiani e internazionali, vincendo il Premio della Stampa come migliore spettacolo straniero al Festival Off di Avignone 2012 ed arrivando tra i finalisti dell’Italian Theatre Festival di New York nel 2014, a dimostrazione dell’universalità dei temi trattati e dei personaggi.
Nuovo Teatro Sanità, piazzetta San Vincenzo 1, Rione Sanità – Napoli
Info e prenotazioni
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