OMAN. Un gioiello della natura
Questo viaggio affascinante, sospeso tra vecchio e nuovo, tra passato e moderno, tocca le splendide coste orientali dell’Oman, lungo il Mare d’Arabia, dalla capitale Muscat fino al Wahiba Sands, il deserto con le sue dune dorate che scivolano fino al mare, arrivando fino a Sur, bella città sul mare.
L’Oman, da nord a sud, tra castelli e fortezze, tra canyon ed oasi, tra città e deserto. Quello della penisola arabica, che ancora resta la massa di sabbia più grande del mondo.
L’Oman, Stato meraviglioso e molto occidentale, è stato per anni chiuso in un profondo isolamento per la politica restrittiva del Sultano Taimur. Nella sua capitale, Muscat, sono ancora evidenti le porte di ingresso nei diversi quartieri in cui la città è suddivisa. All’epoca del sultano, al tramonto, le porte venivano chiuse e la città viveva una sorta di coprifuoco. Poi, negli anni Settanta, un colpo di stato cambiò le cose e il nuovo sovrano con l’aiuto degli inglesi, trasformò radicalmente il paese. E così, in questi decenni, coi soldi ricavati dai giacimenti petroliferi sono state costruite strade, infrastrutture, ospedali, scuole trasformando questo paese in ciò che è oggi: il Sultanato dell’Oman, con le sue bellezze e la sua ricchezza, conosciuto in tutto il mondo.
Ma bellezza dei luoghi a parte, quel che colpisce di più sono la straordinaria accoglienza, la cordialità e la gentilezza del suo popolo col sorriso stampato sulle labbra, lo sguardo attento e la mano sempre tesa per aiutare chi li visita ad entrare nel loro mondo. La verità è che hanno gran voglia di Occidente gli Omaniti, voglia di raccontare la loro storia e la loro vita. E’ gente di cui ci si può fidare. Chiedono dell’Italia e dell’Europa, parlano inglese e ti invitano a casa. Offrono te, frutta locale e dolci al miele, e pretendono che tu faccia banchetto. E prima di lasciarti andare, benedizione di Allah.
L’Oman è un paese sicuro. Per tutti. Ma è pur sempre un paese islamico e un po’ d’attenzione ci vuole, in ogni caso. Se non altro per osservare lo stesso rispetto che gli Omaniti hanno verso i turisti. Attenzione poi al passaporto prima di partire. Se siete stati in Israele e Giordania…dovrete rifarlo ex-novo o vi bloccheranno all’ingresso del paese. Siate rigorosi nell’abbigliamento. Sempre coperti, anche al mare o nei meravigliosi wadi. Non accadrà nulla se farete il bagno con costumi o abiti più casti. E in giro per le moschee, pantaloni lunghi e braccia coperte. Regola, questa, che vale sia per gli uomini che per le donne. Scegliete l’Oman tra ottobre ed aprile, d’estate fa veramente caldo, le temperature raggiungono picchi elevatissimi ma che dire: è la penisola arabica.
Per il resto…il paese, forse un po’ caro e ad oggi ancora per un parterre di viaggiatori un po’ d’elite, è ricco di ogni cosa: terra, mare e deserto si incontrano in un arcobaleno variopinto di colori e la natura è padrona di questo paese ancora sconosciuto. Al ritorno a casa, vi sembrerà di non poterne fare più a meno. Provate a portare con voi le spezie comprate nei mercatini: chiudete gli occhi e sentite gli odori di cardamomo, zenzero, cumino e zafferano. Vi riporteranno con la mente al viaggio appena andato.
Consiglio: portate con voi un ombrellino o un k-way. La pioggia arriva all’improvviso, anche nel deserto.
Melania Bifaro