PALETTI. Se lo conosci, lo ami
Non ho mai creduto ai colpi di fulmine a meno che non si trattasse di musica.
Perché è proprio così che succede quando ti piace una canzone, basta esserne sfiorati una sola volta per sentire dentro quell’irrefrenabile voglia di riascoltarla subito e a qualsiasi condizione. Una sensazione simile a quella descritta nelle melense storie d’amore twilighttiane che hanno plasmato l’ultima generazione di illusi sentimentalisti che credono che il sesso sia tutta questione di sfumature di grigio
Basta comunque fare un po’ di ricerca per ritrovare quelle note che ti hanno fatto perdere la testa e farci l’amore a tutte le ore del giorno.
Così è successo con Paletti, o meglio con le sue canzoni. Galeotta in questo caso La la lah, uno di quei classici bani che ti entrano dentro facendoti da tacita sveglia al mattino appena apri gli occhi, accompagnatoti a lavoro e rimanendoti nella testa fino a sera quando li passi in loop su Spotify autoscollegandoti le sinapsi.
Ma chi è Paletti? Paletti sta in realtà per Pietro Paletti, cantautore bresciano classe 1980, uno che con la musica cerca di “camparci”. Dal 2003 scrive infatti colonne sonore per documentari e spot pubblicitari, ecco perché probabilmente il linguaggio così fluido e veloce. Da due anni è diventato “professionista” nel senso che è stato ingaggiato dalla Sugar, l’etichetta fondata da Caterina Caselli, che ha ripubblicato il suo primo ep “Paletti, ergo sum” spianandogli la strada, già intrapresa con Foolica Records, nella scena indie italiana.
Il suo nuovo disco “Qui e ora” è stato prodotto e registrato al Funkhaus Studio di Berlino ed è il frutto di un’interessante ricerca e sperimentazione musicale. Un album che descrive quella difficoltà così attuale nel diventare adulti e nell’ accettare il cambiamento ineluttabile del proprio corpo e del modo di investire il proprio tempo.
Composto da 10 brani electro-pop sulla copertina è immortalata una clessidra che fluttua: da una parte il passato, dall’altra il futuro. Al centro c’è il qui e ora. Nelle sue canzoni, ermeticamente sovversive, Paletti parla di come ci si può lasciare andare rompendo gli schemi di quello che la gente reputa sia giusto fare, e non mancano le critiche ad una società incoerente e frenetica.
Provare per testare il suo potere catartico.
Questa è La La Lah e non rimanerne affascinati è impossibile.
Chiara Amendola