PENSAVO FOSSE AMORE INVECE ERA UN TOPOLINO. Sergio Assisi e il suo primo romanzo
«Nella mia vita ho scelto sempre lo stesso tipo di donna. La vita ti mette davanti sempre la stessa tipologia di persone fino a quando tu non evolvi e superi il problema». A Sergio Assisi è andato di traverso il fattore G. Che sta per Giorgia, Gloria, Greta e le altre, le donne del suo nuovo libro Quando l’amore non basta (Cairo edizioni, pagg. 199, euro 14). Ma come non metterci dentro anche Gabriella (Pession, ovviamente), in questo che è il suo primo romanzo, dove è impossibile non vederci lui, ovunque. Lo sappiamo che ogni autore prende spunto dalla realtà ma poi si emancipa, solo che qui la storia sembra la rielaborazione del lutto di uno che con le donne è stato un po’ sfortunato, nonostante il suo charme. Però lo fa con fascino, ironia e soprattutto, ritmo: inizia di corsa, e si legge tutto d’un fiato, lasciandoci con l’idea che noi e lui siamo diventati migliori amici, perché in fondo ci ha raccontato tutti i fatti suoi. Il suo alter ego Aldo nel romanzo fugge su un Frecciarossa Torino-Milano ferito e senza soldi, e per non farsi buttare giù dal controllore, lo intrattiene con la storia dei suoi guai. Quelli con le donne, ovviamente: dalla post-adolescenza sulle spiagge di Gaeta fino alle soglie del matrimonio con la ragazza dei sogni, o almeno così pareva. In cornice la vicenda calcistica che lo vuole centroavanti nella Primavera del Napoli ai tempi di Maradona, e poi in carriera in A fino a una sfigata e fatale rottura dei legamenti, e a un rapporto a due che funziona solo con un topolino domestico. «È un’invenzione ma c’è qualcosa di me in questo romanzo», ha ammesso lui alla presentazione napoletana del libro, in mezzo a due-trecento fan con le corde vocali schiacciate sul pulsante «Sei bellissimoooo!». Non sappiamo se sia stato catartico, il percorso narrativo: il libro è bello, la storia regge, e fa pure un po’ riflettere. Consigliatissimo.
Ida Palisi