PHILADELPHIA. La città americana col mito di Rocky
Da quasi quarant’anni Philadelphia è la città che vive nel mito di Rocky Balboa, il pugile italoamericano più noto al mondo, raccontato in sei film che hanno regalato la celebrità a Sylvester Stallone.
Per ripercorre i luoghi del film che hanno raccontato anche la storia di questa città, armatevi di scarpe comode e avviatevi ad est. Philadelphia è grande e non è completamente servita dalla metro ma vale davvero la pena visitarla a piedi. Niente di meglio che iniziare da JFK Plaza, dove una già ben nota scritta “LOVE” (se siete stati a NYC avrete nel vostro book almeno 10 fotografie) dà un pizzico di brio in più alla piazza. Di lì parte Benjamin Franklin Parkway, che arriva fino al Philadelphia Museum of Art, ben più noto per la sua mitica scalinata che vide protagonista il giovane Rocky Balboa. Su entrambi i lati della Parkway sventolano le bandiere di tutti gli stati del mondo. Una lunga striscia di verde divide le due carreggiate della strada; lungo il lato sinistro si erge il Franklin Institute, a destra invece ci sono la Basilica di San Pietro e Paolo, la splendida e privata Barnes Collection (seconda al mondo per il numero di Renoir e Cézanne), e il Museo di Rodin.
Se il vostro primo obiettivo è la statua di Rocky…la troverete ai piedi dei 72 scalini del museo. La faccenda è andata più o meno così. La statua, scolpita nell’82 per volere di Stallone in occasione di Rocky 3, era stata sistemata in cima alla scalinata del museo, donata dallo stesso attore alla città come simbolo di un personaggio che appartiene al mondo del cinema. Ma la posizione della statua aveva scatenato l’ira degli intellettuali di Philadelphia che ottenero che fosse rimossa e posta ai piedi del Museo. La statua è oramai il super bersaglio di macchine fotografiche e smartphone. E se non volete farvi mancare nulla, come Rocky provate a correre fino in cima alla scalinata. Gambe in spalla e su di corsa con le braccia alzate fino alla fine proprio come il campione per ammirare lo splendido panorama della città che si gode una volta giunti alla fine.
Se volete vedere qualcosa di particolare, restate in zona e a piedi raggiungete l’Eastern State Penitentiary, l’ex Penitenziario di Stato di Philadelphia aperto nel 1829 per riabilitare i detenuti attraverso la reclusione in solitudine e chiuso poi nel 1971. Lì fu rinchiuso per qualche tempo anche Al Capone che vi trascorse 8 mesi nel 1929. Pare si fosse fatto arrestare per scampare alla morte. Oggi è possibile visitare una riproduzione della sua cella, arredata con suppellettili di lusso. La visita vi lascerà a lungo senza parole, il carcere era considerato un lager e vederlo vi darebbe di certo piena coscienza di quella definizione.
Melania Bifaro