PICCOLO E’ MEGLIO. Micro robot al servizio della salute
Piccolo è meglio. Ovviamente, prima di suscitare maliziosi sorrisi e qualche battuta scontata, è bene precisare che si parla stavolta di nanotecnologie e di salute. L’idea è quella di realizzare un sensore nanotech capace di identificare i marcatori biologici di una malattia, ad esempio del cancro, anche in poche cellule o in un piccolo campione di tessuto. E sempre in fatto di applicazione delle nanotecnologie alla salute, l’altro grande progetto di ricerca riguarda la possibilità di realizzare nuovi vettori, cioè substrati ai quali appoggiare farmaci che possano poi essere rilasciati direttamente dove servono. Una sorta di nanorobot che possano penetrare direttamente nelle cellule e sganciare vere e proprie bombe farmacologiche. Prima che ciò si possa fare, e prima che siano disponibili strumenti efficaci per la diagnosi e la cura del cancro, sarà necessario però studiare meglio l’interazione delle nanoparticelle con i sistemi biologici. Tuttavia, quello che oggi può sembrare fantascienza prima o poi aprirà le porte a scenari terapeutici sorprendenti. Di questi giorni la notizia che le nanotecnologie iniziano ad essere usate per “coltivare” le cellule staminali. Per la prima volta sono state infatti realizzate “impalcature” fatte di nanotubi di carbonio, sulle quali far attecchire e moltiplicare le staminali in modo da costruire in laboratorio tessuti e organi utili per i trapianti. Lo studio è stato pubblicato su Applied Materials and Interfaces. Finora venivano utilizzare come impalcature cellule animali, cosa che ha sempre impedito la sperimentazione dei tessuti per il rischio di infezioni.
Raffaele Nespoli