SCHETTINO. «Hanno raccontato una storia falsa»

costa

Ora l’uomo che era al comando della Costa Concordia nella tragica notte del Giglio vuole la verità. Vuole dire a tutti che «hanno raccontato una storia falsa». Vuole gettarsi alle spalle la grottesca telefonata che lo ha reso tristemente famoso. Eppure quelle parole pesano ancora come macigni. De Falco: «Che sta facendo comandante?». Schettino: «Sono qua per coordinare i soccorsi». De Falco: «Che sta coordinando da lì? Vada a bordo e coordini i soccorsi da bordo». Schettino: «Ci sto andando perché c’è l’altra lancia che si è fermata». Poi il celebre scambio: «Ascolti, c’è gente che sta scendendo dalla biscagina di prua. Lei quella biscaglina la percorre in senso inverso, sale sulla nave e mi dice se ci sono bambini, donne o persone bisognose di assistenza e mi dice il numero di ciascuna di queste categorie (…) guardi Schettino che lei si è salvato forse dal mare ma io le faccio passare l’anima dei guai. Vada a bordo, cazzo». E via così, che a volerla scrivere una sceneggiatura del genere… Ma questo non è un film. In quella notte, anche se ad un passo dalla costa, molti non sono più tornati a casa. Trentadue in tutto. E così abbiamo appreso della stupida usanza dell’inchino e dei rischi, spesso insospettabili, che si possono correre per l’incoscienza di qualcuno. Ma alla fine sarà un tribunale a dire se ci sono state responsabilità e di chi siano. Quello che colpisce, e che rattrista, è che tutto sembra ridursi ad una mera questione di immagine.

Raffaele Nespoli

Raffaele Nespoli
Chi non conosce la verità è uno sciocco. Ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente. (Bertolt Brecht)