SENEGAL. Dakar, il fascino della capitale
Senegal, Africa centro occidentale, la vera Africa Nera. Quella che è fuori dai circuiti turistici, dove ancora pulsa un’anima autentica.
Senegal, terra dei bambini che rincorrono felici le jeep, che chiedono bon-bon, prendono mele e biscotti e li nascondono nelle tasche, calciano a piedi nudi palloni di carta, cercano nella folla la tua mano e un po’ d’amore, ti guardano negli occhi e ti sorridono con gli occhi.
Senegal, terra delle donne che portano i figli avvolti in un marsupio sulla schiena, che trascinano secchi d’acqua e portano cesti di frutta sulla testa, lavano i panni nei fiumi sul ciglio della strada, tagliano il mango e puliscono il pesce, colorano le strade coi vestiti a fiori e la loro allegria.
Senegal, terra degli uomini che sudano nelle officine, che trasportano bestiame su calessi di fortuna, costruiscono case con mattoni di fango, che si fanno fotografare e poi si vogliono guardare, che vendono carne vecchia di giorni sotto il sole, che portano galline attaccate ai pantaloni.
Nella Terra di Taranga ti senti subito a tuo agio: qualcuno ti si avvicina con un sorriso, ti chiede chi sei e da dove vieni, ti stringe la mano e ti dice che siete amici.
Il viaggio inizia dalla sua capitale, Dakar. Caotica, colorata, coloniale, la più europea tra le capitali africane, Dakar è terra di contraddizioni. Al quartiere residenziale e amministrativo dove trionfano il Palazzo di Giustizia, il Palazzo Presidenziale con i suoi giardini rigogliosi e la bella Cattedrale si alternano, le zone popolari e commerciali del porto e della Medina.
I piccoli mercati locali fanno concorrenza ai grandi centri commerciali. E il benessere si mischia alla povertà.
Stradoni alberati, pieni di abitazioni coloniali si intersecano a piccole vie di terra rossa che segnano l’ingresso in borgate fatte da case in mattoni senza tetto. Tutto intorno, botteghe alimentari e di souvenir in legno, tessuto e conchiglia. In giro, un brulichio di persone a piedi. Uomini, donne, bambini, tutti in fila ordinata a passeggiare come se nessuno avesse un lavoro. E’ il fascino di Dakar.
Tutto il centro ruota intorno alla Piazza dell’Indipendenza da cui di diramano tutte le strade più importanti.
Il lungomare, che guarda Capo verde, è a tratti un palmeto. Da qui si gode di una splendida vista sul porto, animato dalle barche dei pescatori che fanno rientro coi loro carichi di pesce che vendono al pittoresco mercato di Soumbédioune, che fa capolino proprio sul lungomare, luogo anche di esposizioni artistiche sulla sabbia.
Se siete appassionati di mercati, a Dakar ci si può sbizzarrire. Il più caratteristico è il Kermel, vicino al porto, danneggiato da un incendio ma poi rimesso a nuovo. Ha una forma circolare ed è in vendita qualsiasi cosa, dalla carne al pesce, agli abiti e ai fiori. Vale una visita anche il Sandaga, anche se è il più turistico della città. Al Tilène, nel cuore della Medina, vero mercato africano, si potrà contrattare per l’acquisto di alimenti e abbigliamento locale.
Immancabile fare un salto a Avenue Pompidou, super trafficata, piena di ristoranti e fast food dove gustare i chawarma, i tipici rotoli di pane arabo con carne, verdurine e patate, e di localini.
Consiglio: se noleggiate una macchina, visitate Point E, quartiere super chic dove diplomatici, funzionari di Stato e politici vivono in vere e proprie ville holliwoodiane.
Melania Bifaro