STAMINA. Il business milionario senza alcun controllo
Fortunatamente non si assiste più a manifestazioni di piazza con malati pronti a dare battaglia per salvare il metodo Stamina. Fortunatamente il quadro inizia a presentarsi per quello che è: una cura inutile e dannosa, come scrive nell’avviso di chiusura indagini il procuratore Raffaele Guariniello: «Non solo non ci sono stati miglioramenti nella salute dei pazienti, ma anzi si sono verificati eventi avversi in un numero significativo». Oggi però la domanda da farsi è come si sia arrivati a questo. Come abbiano fatto questi signori a proseguire per tanto tempo, alla luce del sole. E’ evidente che in questa storia di colpe ce ne sono molte. Mica parliamo di un diciottenne che duplica dvd, nel documento di chiusura delle indagini si sottolinea che Vannoni e gli altri avrebbero operato sui 101 pazienti identificati (e sui 37 donatori) «senza eseguire o far eseguire i test necessari prima dell’impiego del prodotto sull’uomo, così indebitamente trasformato in cavia», e «in assenza di qualsivoglia pubblicazione scientifica atta a identificare le caratteristiche del cosiddetto metodo Stamina e a renderlo consolidato e riconoscibile». Il tutto sarebbe avvenuto «somministrando o facendo somministrare ai pazienti preparati senza conoscerne natura, implicazioni, potenzialità, rischi», omettendo «l’adeguata informazione circa la terapia da somministrare, la natura dei trattamenti e i possibili rischi». Tutto dovrà essere dimostrato in aula, ma di certo i presupposti non sono i migliori.
Raffaele Nespoli