STARDUST. Da Kate Moss alla Regina Elisabetta: a Milano i ritratti di David Bailey
Provocatorio e camaleontico, David Bailey è allo stesso tempo innovatore e archetipo della fotografia contemporanea. Negli anni ’60 scardinò le regole dello shooting di moda, contaminando uno stile patinato e un po’ ingessato con la street culture londinese, rivoluzionando così il linguaggio pubblicitario.
Da Mick Jagger a David Bowie, da Andy Warhol a Salvador Dalì e Man Ray, da Brigitte Bardot a Madre Teresa di Calcutta…i suoi celebri ritratti sono in mostra al PAC di Milano, fino al 2 giugno. Per l’occasione sono state realizzate nuove stampe in nitrato d’argento.
Con oltre 300 scatti, si tratta di una retrospettiva esaustiva della sua carriera, curata dallo stesso Bailey. Il percorso fotografico è suddiviso per temi, e spazia dalla fashion photography agli still lives fino alla fotografia di viaggio, con i ritratti delle persone incontrate lungo i viaggi in Nuova Guinea, India e Sudan, che recano l’inconfondibile marchio Bailey: una modernità senza tempo, e perciò sempre attuale.
Il titolo della mostra, “Stardust”, è esplicativo: è in polvere di stelle che si trasformano le star una volta divenute icone? A ben vedere, è un titolo anche ambiguo: nel mondo dell’immagine iconica fagocitata in modo veloce e vorace, le stelle non sono poi molto dissimili dalla polvere? È questa forse la sottile provocazione di Bailey, che ha lanciato un’estetica dell’immagine davvero contemporanea, ridefinendo il concetto di glamour attraverso la cifra stilistica dell’ anticonvenzionale. Nei suoi ritratti sono rintracciabili il disagio e il dissacrante tipici della modernità: la “genialata” sta nel fondare su questi elementi la carica iconica dell’immagine, cioè la capacità di questa di eternare se stessa.
Piera Boccacciaro