TAGLI. Atenei pronti ad una “sforbiciata” da 15 milioni
Ci sarebbe da capire quale parte de «la cultura non si tocca» non sia stata compresa nel provvedere alla “razionalizzazione” della spesa da parte del Governo. Già, perché con tutti gli sprechi che ci sono, alla fine, una quindicina di milioni i nostri politi hanno pensato bene di “risparmiarli/tagliarli” proprio grazie alle Università. Non sarà una vera e propria cura dimagrante, ma sta di fatto che il colpo si farà sentire. Tutto è contenuto nel decreto della spending review e in attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, è proprio il Tesoro a stimare il taglio in circa 15 milioni; soldi che a partire da quest’anno saranno sottratti proprio a quel fondo ordinario necessario al sostentamento degli atenei. Va detto che i vari cambi di governo non aiutano, e alla fine ci troviamo davanti ad una sorta di balletto, tra chi aggiunge e chi taglia. Era stato infatti il governo Letta a rimpinguare di recente il fondo sul quale ora si abbatteranno i tagli. Non bastasse questo, c’è anche da ringraziare, perché almeno non si è tagliato di 30 milioni, cifra che era iniziata a circolare tra gli addetti ai lavori. E allora ben vengano anche le dichiarazioni della ministra che ha candidamente ammesso in audizione alla commissione Cultura alla Camera: «Anche noi abbiamo dovuto dare il nostro contributo». C’è da sperare che il contributo non finiscano per pagarlo solo i ragazzi. Anche perché, in un paese che punti ad un rilancio serio, forse si dovrebbe partire proprio dalla cultura e dalla formazione delle nuove generazioni. Evidentemente, tra i politici italiani vale ancora “l’idea Tremonti”, che non molto tempo fa affermava «con la cultura non si mangia».
Raffaele Nespoli