TERRA DEI FUOCHI. La svolta. Il decreto diventa legge: più bonifiche nelle aree a rischio
Diventa legge il decreto sulla Terra dei fuochi. Il provvedimento è stato licenziato da Palazzo Madama con l’approvazione non unanima: voti contrari da Lega e 5Stelle. Tre i punti fondamentali: bonifiche, tutela della salute, ripristino della legalità. All’interno anche una norma che riguarda l’Ilva di Taranto. «Il decreto legge sulla Terra dei fuochi – dice il premier Enrico Letta, affidando il suo pensiero a twitter – è stato oggi convertito in legge, dopo decenni è la prima risposta a quel dramma. Impegno ora ad applicarlo bene». Per il titolare dell’Ambiente Andrea Orlando, che alla Terra dei fuochi aveva dedicato la sua prima visita dopo l’investitura da ministro, si tratta di una «riscossa», di un «punto di partenza» di un percorso, per affrontare «l’emergenza» in quell’area. I punti principali per la parte Terra dei fuochi riguardano l’introduzione del reato di combustione dei rifiuti, per contrastare i roghi di rifiuti, spinta ulteriore sulle bonifiche (anche con il Fondo unico giustizia, creato apposta con le risorse provenienti dalla confisca di beni e guadagni illeciti delle criminalità), conferimento di poteri speciali al prefetto di Napoli, istituzione al Dipartimento della pubblica sicurezza del ministero dell’Interno di un gruppo per il monitoraggio, mappatura dei terreni inquinati (distinzione con quelli “no food”), uso dell’esercito per il presidio del territorio, screening sanitario gratuito per Campania e Puglia (50 milioni, 25 a testa per il 2014 e il 2015) con il contributo dell’Istituto superiore di sanità, implementazione dello studio “Sentieri” sui siti inquinati, maggiore trasparenza per i cittadini, aiuto alla filiera agricola.
Valerio Esca