TEST sugli animali. Caterina non è sola: un italiano su due favorevole alla ricerca per la cura degli esseri umani
Quasi un italiano su due ritiene accettabile effettuare test scientifici sugli animali per testare medicinali destinati alla cura degli essere umani, mentre l’80% ritiene inaccettabili invece i test sugli animali per verificare la qualità dei prodotti cosmetici. È quanto emerge da un’indagine Ipsos condotta a gennaio di quest’anno presso un campione di 1.000 cittadini italiani maggiorenni e presentata oggi nell’ambito del convegno «Sperimentazione animale, diritto alla conoscenza e alla salute» organizzato dalla Commissione Sanità del Senato a Palazzo Giustiniani. Lo studio è stato effettuato proprio a cavallo delle polemiche che nelle settimane scorse hanno travolto la 25enne, che studia veterinaria a Bologna, Caterina Simonsen, ricoverata al policlinico di Padova, che aveva dichiarato di «essere viva grazie ai test sugli animali», come poi confermato dal suo medico curante: «Ricerca, sperimentazione? Vitali, indispensabili, in questi casi». Poche ma buone le parole del professor Andrea Vianello che chiariscono l’importanza che possano avere in determinati casi di ricerca i test sugli animali. Alle dichiarazioni della giovane Caterina sono seguiti insulti gravi e minacce. Addirittura alcuni trogloditi del web gli hanno augurato la morte. E per quanto possa essere una magrissima, quasi anoressica consolazione, adesso Caterina sa di non essere da sola. Secondo quanto rivela l’indagine Ipsos, inoltre, scende di 11 punti percentuali, passando dal 41% del 2011 al 30% di oggi, l’opinione che la tecnologia possa sostituire la maggior parte delle sperimentazioni sugli animali. Importantissimo, infine, il ruolo dell’informazione nel guidare i giudizi e nel formare le opinioni. Dopo esser stati sottoposti a una puntuale informazione in merito a come sia oggi regolamentata la sperimentazione e cosa sia effettivamente possibile fare, infatti, aumenta il numero di persone che ritengono accettabile la sperimentazione animale per scopi medici, passando dal 49% al 57%.
Valerio Esca