TRA CORPO E NATURA. Come modificare la percezione del reale senza photoshop

Arno Rafael Minkinnen è un fotografo di origine finlandese cresciuto negli Stati Uniti, che ha esposto nelle gallerie più importanti del mondo, tra cui il MoMa di New York. È famoso per i suoi lavori, spesso autoscatti, in cui pone il suo corpo nudo in relazione con l’ambiente circostante (la natura, ma anche la metropoli) ottenendo effetti stranianti senza Photoshop. Come fa? Con l’antica arte surrealista di rovesciare le prospettive creando illusioni ottiche, e la tecnica di un tempo di otturazione di nove secondi, che gli consente di posizionarsi velocemente davanti all’obiettivo.

Una tecnica che Minkinnen ha affinato nell’arco di quasi cinque decenni,  lavorando da solo, ed elaborando pose complesse del corpo, che volutamente disorientano lo sguardo dell’osservatore, per (ri)configurarlo su in un mondo ibrido. Minkinnen, infatti, non limita il suo corpo alla semplice presenza in un ambiente, a cui sembra essere estraneo, ma si immerge completamente e, come un camaleonte, confonde il confine in cui il mondo “reale” finisce e inizia il suo corpo.  Spesso mettendo in pericolo la sua vita, poiché alcune pose sono pericolose, richiedono immersioni sott’acqua o equilibri precari,  come nella foto che lo ritrae steso a testa indietro a strapiombo sul Gran Canyon. L’opera di Minkinnen si pone così al confine tra fotografia artistica e arte contemporanea, alla ricerca di un senso panico (forse perduto), di un corpo ridotto a mera geometria, vuoto, che trova un senso un’anima mundi non meglio specificata.

Piera Boccacciaro
Cosa conosciamo? Cioè cosa siamo sicuri di conoscere, o sicuri che conosciamo di aver conosciuto, se pure è conoscibile? Mio Dio, è già così difficile non perdersi a Chinatown...

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