TRASPORTI. L’idea che si cela dietro il caos

Raggiungere ogni luogo della città in pochi minuti, senza dover ricorrere ad auto, moto e scooter. Ecco a cosa dovrebbe servire il trasporto pubblico. A Napoli invece il servizio ha un’altra funzione: mettere in contatto le persone, favorire la socializzazione a livelli prima d’ora mai sperimentati, forgiare la capacità di autocontrollo e sperimentare i limiti stessi dell’umana resistenza. Spostarsi dal luogo A al luogo B non è ancora contemplato, ma non è che si può avere tutto. Quanto alla socializzazione e al contatto, lo scopo viene raggiunto costringendo circa 200 corpi in un “luogo non luogo” mascherato da pullman o da metro. Il piano è chiaro, consentire alla gente di entrare in contatto con l’altro da sé. Una nobile causa in città metropolitane che ormai ci rendono soli tra la gente. Ma in pullman o in metro, grazie a questo ingegnoso piano, le distanze sono annullate. Impossibile non entrare in contatto con un mondo di odori, e sudori, altrui. Assurdo pensare di tenere le distanze. E dire che c’è chi critica la funzionalità del trasporto pubblico partenopeo. Poveri ingenui, uomini e donne che non hanno compreso il vero scopo del progetto. Non riescono a guardare oltre le apparenze. In quale altra città, in quale altra metropoli, si può vivere un’opportunità simile ad un prezzo tanto contenuto? Certo, il problema è che poi uno si aspetterebbe di arrivare anche a destinazione. Magari scendendo alle 7 del mattino si vorrebbe arrivare in ufficio alle 8.30, e non alle 11. Ma, infondo, ogni grande idea deve accettare qualche compromesso.

Raffaele Nespoli

Raffaele Nespoli
Chi non conosce la verità è uno sciocco. Ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente. (Bertolt Brecht)