US OPEN. Grazie Flavia e Roberta per quell’abbraccio che passerà alla storia
L’annuncio di una finale US Open tutta italiana ha scatenato il social. Tutti sportivi, oltre il calcio. Tutti uniti a sostenere la coppia Vinci-Pennetta su quella terra rossa centro del mondo. E abbiamo rischiato anche di non vederla Flavia in questo match, vista la sua dichiarazione a fine partita: “Qualche tempo fa avevo deciso di lasciare. Poi ho continuato”. E meno male! Che bel match. Che belle emozioni!
La finale degli Us Open giocata sabato in America è stata indimenticabile non solo per Flavia Pennetta ma per tutta l’Italia, per tutto il mondo del tennis e per tutti gli sportivi. Per la prima volta, in finale sono andate due Italiane. Per la prima volta l’Italia è riuscita a dimostrare davvero quanto vale.
Pennetta guadagna la finale dopo aver sconfitto la Halep, numero due al mondo. Roberta ha sconfitto “l’imbattibile” Serena Williams. E così si è arrivati a sabato. Una partita emozionante non solo per la qualità del tennis ma soprattutto perché a giocare questa finale sono state due amiche che hanno lottato con il sorriso per coronare il proprio sogno. Due amiche che hanno giocato l’una contro l’altra per la prima volta nella loro vita quando avevano circa nove anni.
Ha avuto la meglio Flavia Pennetta che raggiunge l’apice della sua carriera a 33 anni battendo la Vinci 7-6, 6-2 ,vincendo il suo primo slam in carriera. Ma come ben sappiamo Flavia non smette mai di stupire, e a fine partita annuncia il suo ritiro (pensato da tempo ma per fortuna sua e nostra rinviato, visto l’esito di questo match internazionale). ”Fantastico vincere gli Us Open in questo modo. Mi ritiro all’apice della mia carriera. Non potevo immaginare fine migliore”, afferma la neo campionessa. Poi la precisazione: “Non è il mio ultimo match: chiudo, ma a fine anno. Termino la stagione”.
L’immagine più bella di tutto il torneo è stato l’abbraccio finale delle due campionesse. Un abbraccio che ha dimostrato a tutto il mondo che nello sport esiste l’amicizia ed è molto più forte della rivalità.