VOGLIO SOLO AMMAZZARTI. La camorra diventa un pretesto per farci divertire
Lui dice che non vuole parlare di camorra, ma la domanda più frequente alle sue presentazioni è: «Scusi, ma non ha mai ricevuto minacce?». E se la risposta è no – come sempre accade – quasi quasi ci si resta male. Anche perché Stefano Piedimonte la camorra la sfotte, la mette in ridicolo, la riduce a subcultura popolare: logico immaginare che prima o poi farà arrabbiare qualcuno. Intanto però i suoi personaggi fanno ridere, e i criminali diventano per lo scrittore napoletano – già cronista di nera – pretesto narrativo per intrattenere il lettore in un lungo, divertente racconto da Napoli a Milano, al seguito dello Zio. Il boss appassionato del Grande Fratello che nel primo romanzo (Nel nome dello Zio, Guanda 2012) finisce in cella per un tradimento, nel nuovo romanzo Voglio solo ammazzarti (Guanda, pagg. 251, euro 16) esce con una rocambolesca evasione da«Poggi Poggi» (vale a dire Poggioreale) solo con l’idea di uccidere chi l’ha tradito. Al seguito, una serie di personaggi improponibili: Erripò così detto per una certa somiglianza con l’efebico maghetto Harry Potter, che funziona a cocaina e aspetta l’«assunzione» nella malavita; Hello Spank, il doppiogiochista con la faccia da cane dei cartoni animati; e Germano detto Spic e Span per la sua abilità a spazzar via ogni traccia criminale, ambizioso luogotenente del boss. Fa una comparsata anche l’investigatore Wu/Woody Alien, addirittura più brutto del regista cui somiglia. Ci si affeziona, ai personaggi di Piedimonte, ed è un po’ pericoloso, trattandosi di camorristi, ma tutto sommato fa anche bene: in fondo, lo scrittore ci aiuta a scoprirne la fragilità, quella marcia in meno che nessuno sospetta essi abbiano, e che invece li spinge a fare i violenti, per non mostrarsi vulnerabili. Piedimonte col nuovo libro ci fa ancora ridere di loro, intrattenendoci con una macelleria di citazioni e con un’ironia ad alta tenuta, mai banale o fuori luogo. Lo scopo è rallegrare il lettore, senza scadere in facili moralismi: lui non è uno scrittore anticamorra, è uno scrittore e basta.
Ida Palisi