YVES SAINT LAURENT. Il film sul genio creativo
Creativo, passionale, audace, visionario, anticonformista, provocatorio, adorato, tormentato. Un genio creativo. Una leggenda che diventa mito, un solo nome: Yves Saint Laurent.
E adesso un film, dall’omonimo semplice titolo, per la regia di Jalil Lespert, in sala in Italia dal 27 marzo, tra il celebrativo e il biografico senza spazi per beatificazioni o gossip, in cui si raccontano vent’anni di vita del couturier francese, dalla fine degli anni Cinquanta, quando Yves fu chiamato appena ventunenne a succedere a Dior in seguito alla sua morte nel 1957, ai trionfi dei Settanta. Nei ruoli principali Pierre Niney e Guillaume Gallienne.
Moda, eccessi, amore, che poco importa nell’economia del film se sia omosessuale o meno. E’ Amore e basta, non senza sofferenze e tradimenti, per il compagno di una vita e suo socio in affari, Pierre Bergé. E’ Amore per le donne, di cui, prima di tutti, aveva capito modernità e indipendenza. Per loro aveva avuto l’intuizione di ‘rubare’ dal guardaroba maschile alcuni capi, il blazer, la sahariana, il trench, il giubbotto di pelle, il tailleur-pantalone; per loro fece scandalo nel 1971 vestendo quelle borghesi con lo smoking; per loro e per i loro oggetti del desiderio si ispira a Picasso, Andy Warhol, Matisse, Braque, Mondrian, profondo conoscitore amante e fine collezionista d’arte prima ancora che la stessa finisca in passerella solo come una citazione colta.
Le donne di tutto il mondo lo ameranno per sempre, per l’eleganza senza tempo delle sue creazioni e per il sogno che ha saputo loro regalare. Yves Saint Laurent è un film sull’amore senza definizioni, vero. E’ l’amore quando è vero, è eterno.