50 SFUMATURE DI GRIGIO AL CINEMA? E’ caccia al cast!
Il nome in codice è Bdsm ed è qualcosa di molto vicino alla violenza sessuale, anche se tecnicamente la sigla sta a indicare pratiche erotiche spinte, come il bondage, la sottomissione, il sadismo e il masochismo. Roba per gente malata, secondo alcuni, o stimoli per un più profondo rapporto interpersonale, secondo altri. Fatto sta che questa sigla, e ciò che c’è dietro, spaventa: una cosa è leggerla sul bestseller “50 sfumature di grigio” – il primo della trilogia di E.L. James, che praticamente fonda tutta la sua trama sul sesso – un’altra è portarla al cinema. In video, si sa, ci si mette la faccia. E il pubblico ti associa ai ruoli forti: il cattivo, l’eroe, il romantico. Forse Charlie Hunnam non vuole essere ricordato come il sadico, visto che ha abbandonato senza alcuna spiegazione, il ruolo da protagonista della versione cinematografica del libro cult. L’attore, che avrebbe dovuto vestire i difficili panni del manager bello e perverso Christian Grey, era stato scelto dalla stessa autrice insieme all’efebica Dakota Johnson che ha invece accettato il ruolo della protagonista femminile (nel libro Anastasia Steele, la ragazza della porta accanto che cerca di salvare cuore di ghiaccio dal suo destino segnato da un’infanzia traumatica). Ebbene, pare che Hunnam non se la senta proprio. A niente vale il fantasmagorico cachet – 125 mila dollari per ogni mese di riprese – perché l’unica cosa certa, secondo i media americani, è che l’attore si sentiva troppo sotto pressione. Certo non è facile interpretare il Dominatore, né riuscire a dare al film di Sam Taylor-Johnson qualcuna almeno delle sfumature di senso che il libro non ha. Pare anche che Hunnam avesse riscritto la sceneggiatura, svincolandosi troppo dall’originale, e che la sua versione non sia stata accettata. Sarebbe carino leggerla, comunque: perché se dobbiamo rinunciare al suo bel faccino – che da solo sarebbe valso il biglietto del film – e alle conseguenti fantasie erotiche, almeno ci facesse capire se è un fatto di scrittura, o di posizione.
Ida Palisi